(...) Passiamo alle cose serie. Levandoci il cappello davanti a Piero Natucci, coordinatore del Pdl a Ortovono, dove la Liguria profuma di Toscana e siamo in piena Lunigiana, anzi Lunezia, e il centrodestra ha presentato uno dei candidati più potabili dellintera tornata elettorale italiana: il professor Giuseppe Benelli, che ha fatto una campagna alta, nobile e generosa in nome di «Luni, vera Pompei ligure», e che però non ce lha fatta, fermandosi peraltro a un dignitosissimo 40,2 per cento. Roba che, se fosse stata ottenuta qui a Genova, farebbe urlare al miracolo e alla presa della Bastiglia.
Invece, Benelli ha ammesso la sconfitta. E con lui Natucci, che ha fatto (e molto bene e facendo vera opposizione) il consigliere comunale, che se ne va, senza polemiche, ma con moltissima dignità: «Lavevo detto da subito. In caso di sconfitta della lista anche per un solo voto avrei rassegnato le mie dimissioni da coordinatore locale del Pdl e, in caso di ingresso in Consiglio, anche da consigliere comunale». Detto, fatto, chapeau a Natucci.
Che, invece, a Genova devessere visto come E.T. quando arriva sulla terra e i bambini lo incontrano. Qui, però, a differenza di quanto accade al simpatico extraterrestre di Steven Spielberg e di Carlo Rambaldi, la parola «casa», nel senso di andare a casa, è sconosciuta. E anche laltra peculiarità di E.T., il «telefono», da prendere in mano anche solo per dire che hanno sbagliato è altrettanto ignoto. Anzi, cè chi pensa che, in fondo, non è andata mica male.
Vabbè. Un motivo in più per lavorare alla rifondazione non tanto del Pdl, ma di tutta larea moderata. Che spazzi via la sinistra più vetero dEuropa, ma anche chi a quella sinistra non si oppone a sufficienza. E lappuntamento, dopo quello di Savignone, dopo il teatro della Gioventù 1, dopo Alassio e dopo La Spezia, sarà di nuovo al teatro di via Cesarea, con ogni probabilità lunedì 28 alle 18. Stiamo solo limando gli ultimi particolari sulla disponibilità della sala, ma - appena avremo la certezza - ufficializzeremo giorno ed ora.
La formula della «Rifondazione anticomunista», ma soprattutto della riscossa dei moderati, sarà quella di sempre: parleranno quelli in platea, non quelli sul palco. O, meglio, i promotori Matteo Rosso, Gianni Plinio e Marco Melgrati e io stesso daremo il là alle danze. Ma con interventi sintetici, quasi telegrafici. Il resto, sarà tutto vostro. Microfono aperto per chiunque abbia qualcosa da dire, mentre se non ce lha è meglio che se ne stia a casa.
Tempi contingentati per tutti, anche per evitare comizietti di imitatori dei politici.
Ma, soprattutto, ci sarete voi. Perchè, lo ribadisco per lennesima volta, si può ripartire solo dalla base. Lunico dato rimasto, dopo che è sparita laltezza. Per colpa di chi ha ragionato terra terra.
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