Tutte le pagelle della stagione nera dei rossoblù

Tutte le pagelle della stagione nera dei rossoblù

(...) E allora, nome per nome, ecco il pagellone di tutti i protagonisti (si fa per dire) della stagione rossoblù. Con le avvertenze di sempre: i voti vanno dallo zero al dieci e non dal 5,5 al 6,5; alcuni sono, volutamente, provocatori; e per entrare nella lista occorre essere andati in campo o in panchina in almeno una partita ufficiale, campionato o Coppa Italia.
Frey: è il portiere più battuto d’Italia e l’uomo che salva il Genoa. Detto tutto. Nonostante alcuni errori nel finale, voto 8.
Lupatelli: in campionato fa 3420 minuti in panchina e nemmeno uno in campo. In Coppa Italia gioca due partite da titolare e fa anche bene. Purtroppo, poi, è fra gli artefici del ritorno di Malesani, colpa gravissima che gli varrebbe uno zero. Sul campo, comunque, voto 7.
Scarpi: due panchine con Bari e Inter in Coppa Italia. Alla capacità di far gruppo, anche senza giocare un solo minuto, voto 6.
De Carvalho: difensore brasiliano. Un ossimoro. Voto 4,5.
Granqvist: a un certo punto, lo descrivono come l’erede di Baresi. E oggi ne parlano come dell’oggetto del desiderio di Juventus e Milan. Burloni. Voto 4,5.
Kaladze: triste fine di una felice carriera. Voto 4.
Masahudu: è il vero nome di Alhassan. Si spera anche che il vero Alhassan sia un altro. Voto 4.
Mesto: era il giocatore che ti faceva vincere le partite senza che te lo aspettassi. È il giocatore che ti fa perdere le partite. E, drammaticamente, te lo aspetti. Voto 3,5.
Bovo: difensore con un grande futuro dietro le spalle. E dietro le spalle ha anche regolarmente la punta che avrebbe dovuto marcare. Voto 3,5.
Antonelli: lo scorso anno andava bene in attacco e male in difesa. Gli si chiedeva di cancellare metà della frase. Ha cancellato quella sbagliata. Voto 3,5.
Moretti: alla fin fine gioca sempre titolare. Senza che si intuisca il perchè. Voto 3,5.
Sturaro: in panchina a Roma contro la Lazio. Senza voto.
Sampirisi: non basta essere giovani per differenziarsi dalla media della difesa rossoblù. Voto 4.
Marchiori: partecipa alla disfatta di Napoli, ma riesce anche ad essere il meno peggio di tutti. Passerà alla storia per lo svenimento in panchina durante Genoa-Inter. Pare che avesse sbirciato gli schemi di Malesani. Voto 6.
Meucci: la Sicilia gli porta bene e va in panchina a Palermo e Catania. Senza voto.
Kranjnc: in panchina a Bergamo contro l’Atalanta. Senza voto.
Dainelli: sembrava una delle cause di tutti i mali, ma - al netto della vicenda scommesse, di cui peraltro sembra una vittima - si finisce per rimpiangerlo. Voto 5,5.
Veloso: dopo le primissime partite, lo raccontano come se fosse Pirlo. Ma tranquilli, è sempre Veloso, dimostrazione vivente dell’esistenza della moviola in campo. Voto 3,5.
Rossi: piange il cuore nel vedere il capitano infilato da tutte le parti, in ruoli non suoi e con umiliazioni che non si meriterebbe. Però, almeno, ci mette il cuore. Voto 5,5.
Belluschi: è un po’ un trottolino amoroso, però, in questa squadra, a tratti sembra un campione. Voto 6.
Constant: se è vero che l’hanno pagato otto milioni...Il peggiore. Voto 2.
Kucka: l’Inter ne aveva acquistato metà cartellino. Certo, al Genoa non è restata la metà buona. Voto 3.
Biondini: d’accordo, i piedi sono quello che sono. D’accordo, finisce parecchie partite con i crampi. D’accordo, ha un numero di passaggi sbagliati che credo sia nei primissimi posti del campionato. D’accordo, si nota di più per capelli e barba rossa. Però, è uno che suda e che lotta. Ce ne fossero. Voto 7,5.
Seymour: in realtà delude. Ma messo in mano a un allenatore, Montella, e non a Malesani, gioca delle signore partite. Voto 6.
Merkel: lo scorso anno, visto con il Milan al Ferraris contro la Samp in Coppa Italia, sembrava un fenomeno. Non è un fenomeno, ma in questo Genoa faceva la sua figura. Voto 6,5.
Birsa: ha giocato titolare ai mondiali con la Slovenia. Ma fa di tutto per non farsene accorgere. Voto 4.
Palacio: più che un Palacio, è un monumento al calcio. Voto 9.
Zè Eduardo: era triste perchè avrebbe voluto giocare il mondiale per club con il Santos. Magari l’avessero lasciato in Brasile! Si nota più per i cinguetii su twitter che in campo. Voto 4.
Jankovic: due o tre lampi e decine di pause. Ma il gol del 2-1 contro il Cagliari vale la stagione. Voto 6,5.
Jorquera: è l’unico che mette d’accordo tutti e tre i tecnici. Malesani non lo fa giocare, Marino non lo fa giocare, De Canio non lo fa giocare. Eppure, è anche uno dei pochissimi che ha le giocate che fanno la differenza. O i tecnici non sono straordinari o c’è dell’altro. A occhio, soprattutto per i primi due allenatori, la prima che ho detto. Voto 7,5.
Sculli: straordinario in alcune partite, nullo in altre. Però è uno di quelli che, almeno, suda sempre. Voto 6.
Gilardino: si, vabbè, con il Palermo segna e fa un assist, esultando come se avesse vinto i mondiali, ma con il portiere Brichetto non era difficilissimo. Il problema è che, in rapporto al suo ingaggio e alla sua storia calcistica, fa davvero pochino. Voto 2.
Caracciolo: Airone sì, ma spuntato e spennato. Voto 3.
Pratto: quantomeno, il Cammello ci mette impegno. Poi, certo, i risultati sono quelli che sono e i piedi pure. È come Calimero, di una bruttezza nella corsa davvero rara. Ma, in mezzo al Genoa di quest’anno, sembra un meraviglioso cigno. Voto 5,5.
Ribas: va in panchina nella prima partita di Coppa Italia contro la Nocerina, poi viene di fatto messo fuori rosa per il suo rifiuto di trasferirsi verso altri lidi. Il fatto che Malesani non lo convochi praticamente mai, anche quando l’attacco è in emergenza, testimonia decisamente a suo favore. Senza voto.
Malesani: avalla un mercato completamente sbagliato, sbaglia la marcia di avvicinamento al campionato senza amichevoli, sbaglia la preparazione atletica e gli allenamenti, parla come se fosse un guru della panchina, se la prende col mondo ma mai con se stesso, non dà mai un gioco alla squadra, torna e attacca il suo sostituto, peraltro riuscendo a far peggio di Marino, e guida la squadra alla vergogna vista al Ferraris contro il Siena. Serve altro? Voto aumentato di un punto per la notevole dose di fortuna dimostrata. Voto 1.
Marino: meglio di Malesani, ma non è un gran complimento. Voto 3.
De Canio: arriva nel momento del bisogno, quando era difficile accettare la panchina rossoblù e conduce il Genoa alla salvezza, peraltro molto aiutato dalla fine della rincorsa del Lecce. Non è poco, ma non è nemmeno sufficiente per la riconferma automatica. Il calcio è anche sogno. Voto 6,5.
Preziosi (1): sbaglia tutto lo sbagliabile (e lo ammette onestamente). Il padre di tutti gli errori è la mancata conferma di Ballardini e la chiamata di Malesani, il peggiore degli allenatori possibili per questo Genoa. Voto 2.
Preziosi (2): migliora ulteriormente il quasi record di anni consecutivi del Genoa in serie A. Nella storia rossoblù, nessuno ha fatto come lui. Voto 9,5.
Abagnara: chi era costui? Di nome fa Diodato, ed è il segretario generale del Genoa. Mai una parola fuori posto, mai una disorganizzazione, un sorriso per tutti. Un punto da cui ripartire. Voto 9.
Storace: chi era costui (bis)? Dino, responsabile comunicazione della società, sembra un talent scout di bellezze. Lui, nonostante la fidanzata più bella del mondo, non è un adone. Ma non si sceglie un collaboratore che sia brutto. Pietro Pisano, il suo braccio destro, sembra Ken, il marito di Barbie. Danila Bavastro, il suo bracco sinistro, sale i gradoni dello stadio per distribuire le formazioni con la grazia di una modella. E tutte le collaboratrici sembrano prese da Vogue. In più, ed è quello che conta veramente, nonostante la stagione disastrosa, Dino e la sua squadra non perdono mai il sorriso e la cortesia, ed è quello che conta. A tutto il gruppo, voto 9.


Gradinata Nord: basta con la retorica su «questi fantastici ragazzi». Non tutti coloro che la frequentano sono il male del Genoa, ci mancherebbe, c’è anche tanta gente per bene. Ma tutti coloro che sono il male del Genoa la frequentano. Voto 1.

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