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Tutto bene, se fossimo a fine campionato

diSampdoria ottava e Genoa nono: poiché sul lato destro del tabellone ci sono ancora Milan e Udinese, se fossimo alla 38ª sarebbe un risultato da sottoscrivere con il gomito. Però...
Al Grifo, giudiziosamente condotto da De Canio, potendo contare su una difesa finalmente compattata e sul Borriello extra strong restano da risolvere 4 precisi problemi: puntare sul dinamismo di Seymour in sfavore del «lento pede» di Tozser; curare al meglio la pubalgia di Jankovic e la ripresa di Vargas; smetterla di fare ammuffire in panchina il superiore talento di Jorquera; curare la fissazione-gol di Immobile, che sta scioccamente rischiando l'«omen nomen». La spericolata Roma di Zeman, alla ripresa, può essere l'avversario ideale per far quadrare il cerchio rossoblù.
Di là, Edoardo Garrone, personaggio attento e misurato, sa perfettamente che il calcio fa parlare e tacere a breve giro di posta. Eppure gli è scappato di dire che «la Sampdoria di Ferrara gioca meglio di quella di Del Neri che finì al 4° posto». Non l'avesse mai detto. Per dirla con franchezza, dopo i primi cinque turni da 11 punti messi in cascina e meritati consensi ricevuti, finisci per presentarti alla seconda pausa azzurra in braghe di tela. Giochi una splendida partita contro il Napoli e la perdi. Giochi una miserevole partita contro il Chievo e la perdi. Quale che sia la partita che fra due settimane giocherai a Parma, se disgraziatamente la perdessi ti scoppierebbe la bomba in mano. Cosa sta succedendo nel giardino di Ciro Ferrara? Purtroppo, molto di negativo ma niente di strano. Sulla carta, la colonna vertebrale Romero-Gastaldello-Maresca-Maxi Lopez appare sontuosa. La tosta pattuglia degli Under 23 (Rossini, Poli, Obiang, Krsticic, Soriano, Mustafi, Icardi) viene unanimemente considerata di prima scelta: al punto da indurre dirigenti e allenatore a relegare un Palombo e un Tissone nel banco degli asini. Eder, vessillifero della promozione, si è confermato attaccante degno di alta serie A. Un'ala veloce come Estigarribia e due potenti cursori di fascia laterale come De Silvestri e Poulsen sono venuti a consolidare il gruppo dei collaudati comprimari di cadetteria. Tutto ok. Sulla carta. Poi però prima Juan Antonio, poi Poli, poi Eder incappano in seri guai muscolari. Poi però Maxi Lopez, puntualmente massacrato dai feroci avversari di turno, si fa scioccamente squalificare per due gare, intanto che Pozzi è sotto mutua. Poi però due giornate beffardamente le becca Gastaldello. Poi però fai visita a un Chievo disperato e Berardi e Costa e Rossini difendono discretamente ma sbagliano due appoggi su tre; Poulsen è intontito; Obiang sofferente; Estigarribia trasparente. Alla lunga Maresca segna un bel gol su punizione, ma in cabina di comando è di lentezza atavica, mentre il ben più vispo Krsticic viene sacrificato all'ala. Il tosto Soriano assiste a lungo dalla panchina. Al solito, Maxi Lopez è condannato al martirio. Finché Romero (anche stavolta - toh - in vista della lunga trasferta in Nazionale...) ripete a Verona (gol di Di Michele) una castroneria degna di quella commessa nel campionato scorso a pro del Pescara (gol di Immobile), mentre la lunga squalifica che nega il campo a Da Costa durerà per tutto ottobre.

Ecco perché dico al valoroso vicepresidente operativo che forse, salvo difendersi secondo giustizia ma non fissandosi sugli errori degli arbitri in genere e sul fallaccio patito da Obiang e non sanzionato a Frey in particolare, è venuto il momento di esibire precauzionalmente - all'interno e all'esterno di casa Sampdoria - qualche carota in meno e qualche bastone in più.

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