Ucciso a 80 anni per un gioco erotico

Ucciso a 80 anni per un gioco erotico

Due omicidi in due giorni. Genova che quotidianamente fa i conti con il continuo aggiornamento del bollettino di guerra della microcriminalità fatta di scippi, rapine e furti in casa, riscopre l’incubo del sangue. Due omicidi e due storie crude, che confermano come il valore della vita umana per qualcuno possa essere davvero molto basso.
Un cellulare, un portafoglio e il sogno (infranto) di svuotare una piccola cassaforte da muro, sono stati il movente dell’omicidio di Antonio Gragnani, ingegnere di 80 anni, trovato senza vita legato al letto di casa sua in passo Ferradini a Marassi. Una morte atroce, arrivata al termine di quello che doveva essere solo uno strano gioco sessuale. L’autopsia ieri ha fugato ogni dubbio. L’anziano è stato protagonista di una scena erotica alla quale ha partecipato anche il suo assassino. La morte è avvenuta per soffocamento. Non si esclude che il gesto fatale facesse anche parte di uno strano rituale e che qualcosa sia andato storto.
Di certo c’è comunque che la vittima è stata picchiata a sangue e legata al letto nuda. Trovandosi di fronte al corpo ormai privo di vita, l’assassino ha rubato portafoglio e cellulare dell’ingegnere, tentando maldestramente anche di aprire la cassaforte. Un modo per depistare gli inquirenti? O forse solo la speranza di ottenere comunque il pagamento di una «prestazione»? I carabinieri del nucleo operativo provinciale di Genova sono comunque al lavoro per ricostruire gli ultimi movimenti di Gragnani, cercando di capire chi sia entrato in casa con lui la sera dell’omicidio. Il compagno di giochi erotici, magari un giovane straniero, potrebbe quasi certamente essere anche l’assassino. Dalle prime informazioni raccolte, sembra infatti che l’ingegnere ottantenne non fosse nuovo a simili situazioni.
Mentre erano in corso le indagini per questo efferato delitto, Genova è stata sconvolta da un altro grave fatto di sangue avvenuto ancora una volta nel mondo della strada. Ieri mattina infatti, un senzatetto romeno di 64 anni è morto di infarto dopo essere stato aggredito e rapinato. Il suo cuore non ha retto anche di fronte al fatto che a depredarlo fossero i suoi migliori amici, quei clochard che ogni giorno dividevano con lui gli stenti e le poche cose ottenute grazie all’elemosina dei passanti. L’aggressione è avvenuta infatti in una casa abbandonata di via San Quirico, a Pontedecimo. E potrebbe essere stata addirittura la gelosia per un «piccolo tesoro» messo da parte dalla vittima, a scatenare i due aguzzini, una coppia di romeni, che ha tentato di impossessarsi della borsa di Simion. Il clochard vi custodiva i suoi risparmi, qualcosa come 400 euro in contanti in banconote di piccolo taglio. Una fortuna per chi come loro viveva senza nulla. Anche per questo, il cuore della vittima non ha retto all’emozione di vedersi rubare tutto.

Il clochard è morto mentre l’ambulanza lo stava trasportando al pronto soccorso del Villa Scassi di Sampierdarena. A dare l’allarme è stata la moglie di Simion, che ai carabinieri ha fornito nome e cognome dei suoi aggressori, due amici di famiglia, marito e moglie, poi arrestati poi dai militari al termine di un’indagine lampo.

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