Cronache

Il vero volto dell’ipocrisia

(...) subiti dai viaggiatori pendolari, ritardi sempre attribuiti alla «manutenzione straordinaria» delle infrastrutture ferroviarie e degli impianti di segnalamento. Crede Moretti di non avere responsabilità in questo disastro? Per molti anni egli è stato al vertice della società delle ferrovie Rfi specializzata nella realizzazione della rete infrastrutturale e quindi la responsabilità di questo disastro, in quota parte è anche sua. Se oggi accusa il vecchio management di una gestione disastrosa e di aver preso decisioni che hanno danneggiato il gruppo riducendolo al limite del fallimento, perché le ha accettate supinamente o spesso condivise e non ha protestato rassegnando le dimissioni come fanno normalmente i manager seri quando non condividono le scelte aziendali?
Troppo comodo sparare oggi sulle ferrovie disastrate, (percependo un emolumento di 5/600.000 euro l’anno) per crearsi un alibi nei confronti di ulteriori disastri e una nuova verginità. Chi non ricorda la reazione scomposta, sua e della sua gestione, contro i due ferrovieri licenziati (e poi reintegrati dal tribunale del lavoro) per aver mostrato a Report, la trasmissione di Rai 3 lo stato pietoso degli impianti ferroviari e di sicurezza sulle linee in Liguria che dipendevano dalla società amministrata da Moretti?
Il disastro delle ferrovie è il seguente: vent’anni fa, quando c’era Lodovico Ligresti (lo ricordate lo scandalo delle lenzuolo d’oro?), le Fs avevano oltre 216.000 dipendenti e 658 dirigenti. Oggi ne hanno 97.600 ma i dirigenti sono aumentati a circa 1200, con stipendi che sfiorano i 300.000 euro. La rete è diminuita da 16.183 a 15.915 chilometri. Le linee a binario unico sono pressoché le stesse (Genova- Ventimiglia ne è un esempio). Ai tempi di Ligato i locomotori erano 5620, oggi sono 4732. Le carrozze e i rimorchi sono passati da 13.322 a 8.658. Nel 1985 andava in treno l’11,5% dei viaggiatori complessivi, oggi solo il 9,1 e dieci anni fa si andava da Milano a Roma in meno tempo di oggi nonostante i mitici ETR 500Eurostar. Ma Moretti dov’era in questi anni? È ovvio, alle Ferrovie, e in cuor suo non sente una minima responsabilità per questo disastro?
La gente si chiede e anche noi ce lo chiediamo, ma è mai possibile che manager come Cimoli e Catania per aver ridotto le nostre ferrovie in questo stato abbiano percepito bonus di uscita, quasi come un premio, rispettivamente di 6 e 7 milioni di euro? Fate voi i conti.

E quale sarà il premio per Mauro Moretti se riuscirà (ma nutriamo molti dubbi) a raddrizzare la baracca? Le Ferrovie, come l’Alitalia (altro incredibile caso alla cui guida è stato chiamato quel Cimoli delle ferrovie), soffrono di un male endemico, il dannosissimo connubio che da sempre le stritola, un connubio perverso tra sindacato e politica che andrebbe sciolto per farle rinascere.
* Esperto di logistica

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