Vinai passa il confine per espugnare Tursi

Vinai passa il confine per espugnare Tursi

(...) e cravatta, come erano soliti fare i candidati del centrodestra passati, ma con pullover sopra la camicia e pantalone sportivo. Volantini sotto il braccio sinistro, mano destra sempre protesa per stringerla a quella della gente.
Il primo quartiere da battere è stato Certosa: giro tra i banchi del mercato comunale. Tra frutta e pesce fresco incontra la curiosità di chi vuole vedere bene da vicino quel volto che si trova sui cartelloni pubblicitari di tutta Genova, mentre i titolari dei banchi spiegano i problemi della struttura e chiedono un aiuto per il futuro. Stringe mani, si presenta, distribuisce sorrisi e parole che trovano risposta in persone abituate a votare tutt’altra parte politica: «Signora, come vanno le cose qui? Se per lei va tutto bene voti pure per Doria. Ma se ha da lamentarsi, il modo migliore è cambiare il proprio voto». Convince Pierluigi Vinai anche mentre passa da un negozio all’altro tra chi gli chiede di eliminare i parcheggi a pagamento in periferia e chi di regolamentare i mercatini dell’artigianato: «Noi negozianti siamo anche presidio del territorio e paghiamo un sacco di tasse, ci vorrebbe più rispetto». Poi ci sono quelli che chiedono materiale da distribuire, «le metto nelle cassette della posta» gli dice un signore presentandosi, quindi un giro nella parrocchia di San Bartolomeo della Certosa. Realtà del quartiere alle prese con un centro d’ascolto che aiuta cento famiglie bisognose, un oratorio che vive sette giorni su sette, una scuola materna ed una elementare ed un parrocco, Don Gianni Grosso, alle prese con la battaglia per evitare che le slot machine continuino a proliferare per il quartiere aumentando i problemi del disagio sociale. Vinai ascolta, appunta, suggerisce e fa proposte.
È ora si risalire sul camper per fare tappa a Bolzaneto. Qualche minuto di viaggio, il tempo per mangiare un pezzo di focaccia comprato dal fornaio e fare un paio di telefonate. Una è con il coordinatore del Pdl Gianni Barci. Il cronista origlia, si parla di presentazione della lista e tra i due scappa qualche battuta calcistica sulla rivalità tra milanisti e juventini. Poi la chiamata del figlio più piccolo che chiede: «Papà dove sei?». «Sono in un quartiere che si chiama Certosa». «E cosa fai?». «Chiedo ai signori se vogliono dare il voto a papà».
Seconda tappa, Bolzaneto. Lo aspetta un incontro con il parroco di Nostra Signora della Neve e quello di Geminiano, accompagnati dal presidente della Società operaia cattolica e da alcuni attivisti: il confronto è sui problemi del quartiere e sull’importanza del sostegno delle comunità parrocchiali. Un saluto al gruppo scout che sta allestendo dei gazebo per la festa e qualche stretta di mano nel negozio di elettrodomestici e dal benzinaio per poi passare alla caserma dei Vigili del fuoco: «È l’unico politico che in tanti anni è entrato qui dentro - si rallegrano i pompieri -. La nostra struttura è di proprietà comunale, lo vede come è ridotta? Mi sa che se continua così siamo destinati a chiudere». Un ragazzo lo avvicina, ha la sciarpa della Sampdoria al collo ma garantisce all’aspirante sindaco: «Da qui al 7 maggio non urlo più forza Doria!».

L’orologio segna le 13, due ore volate, ma alla fine centinaia di persone hanno riconosciuto il volto di Vinai alla ricerca del consenso nelle zone più difficili della città: «Dalla prossima settimana visiterò anche i quartieri più “nostri”, ma è qui dove possiamo togliere voti alla sinistra». Il camper è di nuovo in moto, e avrà ancora tanti chilometri da macinare.

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