Genoveffa

In francese suona più delicato, Géneviève, ed è per questo che là è più diffuso che qua. Aveva sette anni quando s. Germano di Auxerre le pose una mano sul capo. E quindici quando ricevette dal vescovo di Parigi il velo consacrato. Era di Nanterre, di famiglia gallo-romana. La fama taumaturgica di Genoveffa si sparse ben presto. E, quando i Franchi assediarono Parigi (V secolo), fu lei a salvare dalla fame i concittadini guidando una spedizione lungo la Senna fino a Troyes e tornando carica di grano. Il re franco Childerico conquistò lo stesso la città ma, pur essendo pagano, per intercessione di lei risparmiò la vita ai prigionieri. Quando, in seguito, giunse la notizia che gli Unni di Attila stavano arrivando, i parigini erano per la fuga ma lei li convinse a pregare e digiunare. Così fecero e gli Unni deviarono all'ultimo momento su Orléans. Anche il franco Clodoveo, fondatore della dinastia dei merovingi, cedette alla richiesta della santa di risparmiare i prigionieri. Egli aveva sposato la burgunda Clotilde, cristiana, che cercò, insieme a Genoveffa, di convertirlo. Il miracolo avvenne nel 496, quando Clodoveo, a mal partito contro gli Alamanni, fece voto al Dio di sua moglie di farsi battezzare se avesse vinto. Vinse e mantenne, ricevendo il battesimo a Reims dal vescovo s. Remigio.

Fu, il suo, il primo popolo germanico a ricevere il cristianesimo in versione cattolica e non ariana, per questo la Francia è «primogenita della Chiesa». Clodoveo, su suggerimento di Genoveffa, fece costruire la chiesa che poi portò il nome di lei. La patrona di Parigi morì verso il 500. www.rinocammilleri.it

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