Politica

Gentiloni pensa al blitz su Mediaset Confalonieri: «Basta botte in testa»

Il ministro: sto lavorando alle modifiche della legge Gasparri. Il presidente di Mediaset: «Il duopolio è già stato superato, non è giusto colpire una grande azienda»

nostro inviato a Telese Terme

Tutti si rivolgevano a Paolo Gentiloni, chiedendo qualcosa. Antonio Satta (vicesegretario del Campanile) lamentando che «siamo al governo da cento giorni ma guardando la tv di Stato si ha l'impressione che non abbiamo fatto niente». Roberto Napoli (nominato dall'Udeur nell'Autorità garante) denunciando il duopolio. Giovanni Valentini (giornalista e moderatore) snocciolando le cifre del duopolio Rai-Mediaset, 85% dell’audience, 82,9% delle frequenze, 3/4 dei ricavi complessivi. Vincenzo Novari (H3G Italia, i videofonini) indicando al governo la formula «per rinnovare e sviluppare», che sta in «diritti, frequenze, digitale terrestre». Tullio Camiglieri (Sky) negando che «la tv satellitare possa essere il terzo polo» e auspicando il «passaggio vero al digitale». Marco Rossignoli (Aeranti Corallo, 300 tv locali) ammonendo che «senza correttivi al sistema delle risorse pubblicitarie che vige nell'analogico, si replicherà il duopolio anche nel digitale». Riccardo Perissich (Telecom, La 7) sollecitando «con ansia» al ministro Gentiloni le modifiche promesse al Sic, il paniere delle risorse per le comunicazioni creato dalla legge Gasparri. Claudio Petruccioli, presidente Rai, chiedendo che si fissi «con certezza e data irrevocabile»la fine delle trasmissioni analogiche e il «limite massimo» di frequenze delle quali ogni gruppo può disporre.
Tutti i partecipanti, che non erano pochi, al dibattito di ieri sera dedicato dalla Festa del Campanile al tema - l'anno scorso, con quasi gli stessi partecipanti, aveva lo stesso titolo ma col punto interrogativo - tutti i partecipanti dicevamo, si rivolgevano al titolare delle Comunicazioni. Tutti, meno Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, che si è invece rivolto a Clemente Mastella, in qualità di ministro della Giustizia, seduto in prima fila ad ascoltare. «È giusto dare botte in testa a Mediaset?», ha domandato Confalonieri, «si parla di duopolio ma qui siamo in sette, e ci son pure colossi più forti di Mediaset. Digitale o analogico, il sistema televisivo italiano è nato così, si compravano le frequenze... Ora si arriva e ci si dice: dovete essere ridimensionati». E guardando Mastella: «Ma è giusto, ministro della Giustizia? Noi siamo una grande azienda, che impiega migliaia di persone, che investe e produce: abbiamo investito quasi un miliardo e mezzo, nel digitale. Ed è vero che Mediaset appartiene per un terzo a Berlusconi, ma il resto è di risparmiatori e investitori non solo stranieri».
Un «ridimensionamento» punitivo? Sorrideva amaro il presidente Mediaset, prima di entrare a dibattere, commentando la notizia del prossimo incontro tra Rupert Murdoch e Marco Tronchetti Provera: «Se si vedono è certamente per cercare un accordo importante, e se i loro gruppi si uniscono ci faranno sicuramente concorrenza, daranno vita a un grande competitor. Ma è un bene, perché la concorrenza fa bene a tutti. Il duopolio? È già stato superato... Sì, grande è bello. Per tutti, vedi Banca Intesa e San Paolo. Per tutti, purché non sia Berlusconi».
In verità, l'impressione ricavata da questo dibattito, è che «duopolio» voglia dire soltanto Mediaset. Persino Petruccioli nega la «dominanza congiunta», sottolineando che la Rai è «servizio pubblico», le si chiede di «giocare bene, offrire un buon servizio, e anche di vincere». Dalla Rai «servizio pubblico» oltretutto, si pretende, ricorda il presidente quasi rispondendo al premier, che il giorno prima lamentava le nomine in Rai come «una questione più intricata del Libano». È più di un sospetto dunque, che tagliare le unghie al duopolio, voglia significare che vanno tagliate a Mediaset. Del ministro Gentiloni che i partecipanti sollecitavano, manca di dire. Non ha dato grandi risposte precise, salvo fissare la fine dell'analogico «probabilmente al 30 novembre 2012». Gli altri «particolari» saranno nella proposta di modifica della legge Gasparri che presenterà, e ci sarà certamente la «modifica del Sic».


Speriamo che i fatti siano migliori delle parole udite sinora», s'è accomiatato Confalonieri.

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