Geronzi: "Generali più forte dal 2011"

Le Generali hanno posto il «raf­forzamento organizzativo» e il «po­tenziamento delle strategie» del gruppo nelle prime pagine dell’agen­da del prossimo anno: tra i punti c’è la scelta del country manager per l’Italia. Il vertice della compagnia si appresta «a valutare specifiche pro­poste di riorganizzazione interna e a esaminare il piano industriale», ha ri­cordato il presidente Cesare Geronzi in un incontro pubblico. Il country manager sarà scelto dal cda: «Io darò certamente il mio contributo nella scelta», ha aggiunto Geronzi rispon­dendo con un sorriso alla domanda se la scelta cadrà sul direttore finan­ziario Raffaele Agrusti: «È tanto bra­vo che può fare qualunque cosa». Questa volta il padrone di casa era la Diocesi di Trieste : «Le Generali -ha detto il banchiere romano - sono entrate nella crisi globale con esposi­zioni ai titoli subprime assai limitate, grazie alla prudente politica di inve­stimento e alla ripartizione geografi­ca del portafoglio. Ora ci accingiamo a presentare un risultato di eserciziosenz’altro soddisfacente». Ieri in Piazza Affari il titolo è salito del 4,5%. Geronzi ha poi rimarcato come sia gli istituti di credito sia i gruppi assi­curativi debbano «migliorare i rap­porti con la clientela» anche sotto il profilo della trasparenza, e prestareattenzione ai nuovi bisogni di fami­glie e imprese. L’Italia ha comunque «affrontato la crisi meglio di altri Pae­si. Le banche italiane hanno reagito bene». Quanto alle sorti dell’euro, la Bce ha svolto un ruolo cruciale, oraperò «bisogna prevenire ogni ipotesi di attacco alla moneta unica». A livel­lo globale, sostiene Geronzi, sarebbe opportuno «un coordinamento tra le diverse aree monetarie ed economi­che ». L’Italia affronti invece i temi della produttività e della competitivi­tà, intervenendo con un approccio ri­formatore «nel terziario, nel Welfare e nel settore pubblico. I fondamenta­li della nostra economia sono com­plessivamente rassicuranti».

Infine lo snodo delle nuove regole pensate per evitare altre crisi dell’economia mondiale: il tema è stato più volte af­frontato a livello Ue, ma «passi consi­stenti non ne sono stati fatti». Si è in­tervenuti su agenzie di rating e hed­ge fund, ma «le discipline sono debo­­li, scarsamente efficaci. Nulla è stato fatto in materia di derivati».

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