Le Generali hanno posto il «rafforzamento organizzativo» e il «potenziamento delle strategie» del gruppo nelle prime pagine dell’agenda del prossimo anno: tra i punti c’è la scelta del country manager per l’Italia. Il vertice della compagnia si appresta «a valutare specifiche proposte di riorganizzazione interna e a esaminare il piano industriale», ha ricordato il presidente Cesare Geronzi in un incontro pubblico. Il country manager sarà scelto dal cda: «Io darò certamente il mio contributo nella scelta», ha aggiunto Geronzi rispondendo con un sorriso alla domanda se la scelta cadrà sul direttore finanziario Raffaele Agrusti: «È tanto bravo che può fare qualunque cosa». Questa volta il padrone di casa era la Diocesi di Trieste : «Le Generali -ha detto il banchiere romano - sono entrate nella crisi globale con esposizioni ai titoli subprime assai limitate, grazie alla prudente politica di investimento e alla ripartizione geografica del portafoglio. Ora ci accingiamo a presentare un risultato di eserciziosenz’altro soddisfacente». Ieri in Piazza Affari il titolo è salito del 4,5%. Geronzi ha poi rimarcato come sia gli istituti di credito sia i gruppi assicurativi debbano «migliorare i rapporti con la clientela» anche sotto il profilo della trasparenza, e prestareattenzione ai nuovi bisogni di famiglie e imprese. L’Italia ha comunque «affrontato la crisi meglio di altri Paesi. Le banche italiane hanno reagito bene». Quanto alle sorti dell’euro, la Bce ha svolto un ruolo cruciale, oraperò «bisogna prevenire ogni ipotesi di attacco alla moneta unica». A livello globale, sostiene Geronzi, sarebbe opportuno «un coordinamento tra le diverse aree monetarie ed economiche ». L’Italia affronti invece i temi della produttività e della competitività, intervenendo con un approccio riformatore «nel terziario, nel Welfare e nel settore pubblico. I fondamentali della nostra economia sono complessivamente rassicuranti».
Infine lo snodo delle nuove regole pensate per evitare altre crisi dell’economia mondiale: il tema è stato più volte affrontato a livello Ue, ma «passi consistenti non ne sono stati fatti». Si è intervenuti su agenzie di rating e hedge fund, ma «le discipline sono deboli, scarsamente efficaci. Nulla è stato fatto in materia di derivati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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