Un gesto da bambini mai cresciuti

A Genova la figuraccia più grossa, con la fiaccola olimpica spenta dai contestatori, con i tedofori costretti a rifugirsi sul camioncino dell’organizzazione e a proseguire il viaggio rinchiusi come carcerati sotto scorta della polizia. Ma anche in altre città d’Italia i no global si sono macchiati di volgari tentativi di affossare il simbolo dello sport, anche se sono stati respinti, quando necessario, anche con cariche della polizia. Ma come a Genova, anche a Roma, Bologna e Modena, il viaggio della torcia diretta a Torino per i giochi invernali del 2006 è stato segnato da episodi inqualificabili. E ieri il sottosegretario ai Beni culturali con delega allo sport, Mario Pescante, che è anche supervisore dei giochi di Torino, ha lanciato pesanti accuse ai manifestanti che hanno violentato il simbolo dello sport.
«Vorrei capire contro chi o a favore di che cosa certi movimenti dai nomi cripto-rivoluzionari si permettono di bloccare il viaggio della Fiamma - si è chiesto Pescante -. In altre parti del mondo non è mai accaduto. Ed è una cosa davvero allucinante. Ho una profonda commiserazione per loro, ma come sportivo provo una grande tristezza. Ci sono pochi simboli universali di pace e solidarietà come la Fiamma, ma penso che queste persone non se ne rendano nemmeno conto. A loro interessa soltanto farsi un pò di pubblicità...».
Pubblicità che naturalmente a Genova hanno trovato, grazie anche alla mancanza di qualsivoglia reazione da parte delle autorità cittadine, visto che in Comune l’agguato alla fiaccola è stato considerato un problema di viabilità, mentre il sindaco Giuseppe Pericu è riuscito a trovare parole di simpatia per «chi manifesta senza violenza». Ancora una volta però, il primo cittadino genovese si è visto abbandonare dagli stessi compagni della sinistra. Il sindaco di Torino usa infatti queste parole per commentare le gesta dei no global: «La fiaccola olimpica è da sempre un segno di pace, l’immagine che stiamo dando all’Italia interrompendone il cammino non è bella - tuona Sergio Chiamparino -. Se uno vuole alzare un cartello con su scritto “abbasso la Coca Cola” lo faccia pure, ma bloccare la Fiamma proprio no. Chi vuole stare con la mia maggioranza non può sostenere chi vuole spegnere la fiaccola. Chi lo farà resterà fuori dall’intesa.

Dovremo farci sentire tutti quanti, compresi i partiti più vicini a queste frange, per evitare che questi imbecilli si facciano pubblicità a danno dell’immagine olimpica». Chiamparino sappia già di non poter contare sulla voce del Comune di Genova.

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