Via il gettone. E nessuno celebra più matrimoni

Via il gettone. E nessuno celebra più matrimoni

Una fuga bipartisan. Senza gettone il matrimonio non s’ha da fare, o piuttosto da celebrare. Dal taglio delle indennità per i consiglieri comunali è passato un anno, nel frattempo a Palazzo Marino c’è stato il turn over, ma che compaia un esponente dell’amministrazione a unire gli sposi ormai è cosa rara. Quanto rara? Una cerimonia su sei, guardando solo quelle del mandato in corso. Da giugno a ottobre sono stati celebrati 917 matrimoni a Palazzo Reale, che è diventata l’unica location dopo l’addio a Palazzo Dugnani e la chiusura della sala dedicata all’Anagrafe di via Larga. Officiati dai consiglieri: appena 152, in pratica uno su sei. Da inizio anno: 302 sul totale delle 1.424 cerimonie. La maggior parte delle coppie (546) sono state unite da funzionari comunali, in 72 casi da persone chiamate dall’esterno. E sì che una volta i politici facevano la fila, ma che non fossero mossi da romanticismo non è più solo un sospetto. La fuga era scattata già nello scorso mandato, dopo il taglio dei 51,65 euro (l'indennità di funzione per ogni giornata passata a celebrare). Dal settembre 2010 la manovra Finanziaria aveva stabilito che i consiglieri possono ricevere solo un rimborso spese per il viaggio - taxi o mezzi pubblici -, comunque non superiore a 30 euro. E la spesa va documentata, presentando il ticket o la ricevuta e compilando la richiesta. Va bene che i consiglieri sono diminuiti da 60 a 48, ma il trend è segnato. «Sono convinto - sostiene il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo - che chi si sposa in Comune si aspetta di avere davanti un esponente dell’amministrazione, ovviamente in una città come Milano non può essere il sindaco, ma almeno il consigliere o un assessore darebbe più solennità all’evento. Anche senza il pagamento del gettone, vorrei fare un richiamo al senso civico, fa parte dei compiti che spettano di dovere a chi è stato eletto. Si potrebbe ragionare su una turnazione, almeno la mattina». L’assessore ai Servizi civici Daniela Benelli non solleva il problema, e scherza: «Magari le coppie preferiscono avere un funzionario “bipartisan“ piuttosto che un politico che non li rappresenta».
Se la giunta e l’aula nicchiano, chi potrebbe battere un record è Giuliano Pisapia. Il primo matrimonio con la fascia tricolore lo postò su Facebook. Il 17 giugno il sindaco unì i giovani Veronica e Tobias. Un evento unico? Niente affatto: di coppie sposate dagli assessori (che sono dodici) finora ce ne sono state solo otto, il sindaco invece si è già visto a Palazzo Reale dieci volte in quattro mesi nel ruolo del cerimoniere.

I consiglieri con più matrimoni all’attivo, da giugno, sono Luca Gibillini di Sel (il «leoncavallino» dell’aula ne ha celebrati 17) e il Pdl Pietro Tatarella (anche lui 17), il Pd Andrea Fanzago (17), Anna Scavuzzo (Lista civica per Pisapia) e il leghista Massimiliano Bastoni (10).

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