Ghedina spericolato anche in auto: bolide distrutto

Incidente al debutto in F3000. E nella boxe Rosi, a 49 anni, batte un 25enne e punta al mondiale Ibf

Chiamatele storie al limite. Perché le analogie tra auto e sci sono pochine e perché gli anni avanzano e vanno oltre le leggi dello sport. Fatto sta che Kristian Ghedina, ex discesista e da ieri ufficialmente pilota, e Gianfranco Rosi, pugile di quasi 49 anni, sono uomini al limite. Ghedina ha infatti una gran voglia di emulare l’altro discesista, Luc Alphand, unico al mondo a vincere la coppa generale di sci alpino. Anni fa, subito dopo il ritiro, Alphand si diede alle auto, impegno culminato, proprio a gennaio di quest’anno, nel trionfo alla Dakar. Il secondo uomo al limite, Rosi, si è invece inserito di diritto nella schiera - ormai una tradizione nella boxe - dei pugili diventati ex pugili e tornati pugili, vedi Larry Holmes o George Foreman, campioni che quando avrebbero dovuto e potuto godersi i guadagni di una vita - il più delle volte, però, sperperati - sono invece risaliti sul ring.
Il responso del debutto a quattro ruote dell’ex discesista ha dato subito un’indicazione chiara: Kristian Ghedina non ha perso una delle sue doti principali, la spericolatezza. A Magny Cours, nella prima gara del campionato di F3000 International Masters, Ghedina era in zona punti quando, a quattro giri dalla fine, ha distrutto la sua macchina in un incidente. «Uno dei miei obiettivi - ha raccontato dopo - era finire la gara senza danni alla macchina, purtroppo non è stato così e questo mi dispiace davvero tanto». Dopo alcuni problemi nelle libere di sabato, Ghedina in gara 2 è partito penultimo. Giro dopo giro è riuscito a recuperare fino all'ottavo posto. Poi la lunga lotta con il pilota russo Daniel Move. A soli quattro giri dal termine Move e l'ampezzano si sono però toccati, finendo entrambi fuori gara. Sarà per la prossima volta.
Rosi, che il prossimo 5 agosto compirà 49 anni, sabato sera sul ring della Zbc Gym Arena di Budapest, ha superato ai punti, in 12 riprese, il 25enne francese Christophe Karagoz. Con questa vittoria, Rosi ha mantenuto la corona internazionale Ibf dei pesi medi. «Una vittoria esaltante, che ripaga gli sforzi compiuti per arrivare ad essere al meglio della condizione per questo appuntamento e che mi offre ulteriore carica per proseguire la marcia verso il mio sogno - dice il pugile perugino - che è quello di tornare a combattere per un titolo iridato.

Era importante in questo caso vincere e convincere e sono contento di avercela fatta». Il pugile perugino combatte con la licenza ungherese, visto che la Federazione italiana impedisce di salire sul ring a chi ha più di 40 anni.

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