Dal ghisa digitale ai batteri giovani inventori in cattedra

A tre studenti del Volta il concorso Fast: col loro programma infrazioni segnalate in tempo reale

Non hanno ancora la patente. «Altrimenti, col cavolo che inventavamo il “Ghisa digitale!”». Scherzano Andrea Bartezzaghi, Ruggero Caravita e Luca Riva, 54 anni in tre, studenti di quarta allo scientifico Volta. La loro invenzione - «un sistema più efficace dell’autovelox, in grado di catturare tutto: dalla distanza di sicurezza non rispettata al sorpasso a destra» - ha vinto il concorso «I giovani e le scienze», promosso dalla Commissione europea e organizzato per il diciottesimo anno dalla Fast, la Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche. «Con la scienza ci si può divertire e ricevere gratificazioni - dicono gli organizzatori -. Anche in una società dove sembra più importante fare il calciatore o la velina».
Alla finale sono arrivati 22 degli 80 progetti iscritti al concorso. «Non è stato facile selezionarli - raccontano Adolfo Colombo e Alberto Pieri, presidente e segretario generale della Fast -. La qualità era altissima». Arrivavano da sei regioni, la Lombardia (12 studi) è la più rappresentata. A tutti i ragazzi (tra i 14 e i 20 anni) è andato un premio: dai soggiorni-studio all’estero alla possibilità di vivere una settimana da ricercatore in atenei o aziende. I tre studenti del Volta a settembre voleranno a Stoccolma per sfidare i giovani inventori di altri 37 Paesi europei. Ci andranno insieme a tre colleghi di Udine, vincitori come loro del concorso. Francesca Cristofoli, Alberto Maniago e Anna Chiara Pirona sono vicini a uno strumento fatto di vasche, rubinetti e tubi in rame. «Ci lavoriamo dalla scorsa estate, l’abbiamo portato a Milano in furgone - raccontano -. Evita che la legionella si propaghi in impianti come le piscine. La vittoria? Un sogno, e pensare che i compagni di classe ci chiedevano se eravamo matti a lavorare tanto all’invenzione...».
Meno appariscente è invece il «Ghisa digitale»: «Basta mettere una telecamera in cima a un viadotto e collegarla al computer - raccontano i tre studenti del Volta -. In poche settimane abbiamo creato un programma che analizza la registrazione della telecamera e in tempo reale, adattandosi ai cambi di luce, rileva gli spostamenti delle auto e segnala le infrazioni, tutte».
Non è l’unica invenzione in tema di trasporti. Tre studenti del Majorana di Cesano Maderno hanno messo a punto un sistema per far viaggiare i treni in modo più sicuro e un apparecchio che, messo vicino all’orecchio, elimina il fastidio quando si entra in galleria (l’hanno provato i viaggiatori di Eurostar). I progetti finalisti spaziano dalla medicina alla matematica, dall’ecologia ai motori. La maggior parte dei 56 studenti che li hanno illustrati con degli stand si iscriverà a ingegneria.

«A tutti un consiglio - conclude Adriano De Maio, ex rettore del Politecnico, oggi sottosegretario in Regione -. Non specializzatevi troppo subito, la vostra deve essere una cultura larga, accoppiate la scienza alla bellezza».

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