Ghizzoni rilancia: «Cda più snello e presidente di alto profilo»

L’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, esce allo scoperto sul futuro presidente della banca e sulla composizione del cda che sarà votato dall’assemblea dell’11 maggio. «Il comitato governance e il consiglio di amministrazione sono impegnati a definire in tempi brevi il profilo del futuro presidente guardando alle competenze e all’esperienza», ha dichiarato il manager. Un chiaro riferimento alla prossima riunione del comitato governance del 6 marzo, sede nella quale si diraderanno le nubi sul profilo del numero uno.
Ma anche sulla composizione del cda, Ghizzoni ha voluto fugare alcuni dubbi. «Prevedo un board con un minor numero di consiglieri rispetto all’attuale», ha sottolineato mettendo in evidenza che «più della dimensione è importante la qualità e la professionalità dei componenti, anche alla luce delle indicazioni della Banca d’Italia». Con poche parole Ghizzoni ha confermato che il numero dei consiglieri dovrebbe passare dagli attuali 23 (scesi a 20 dopo le dimissioni di Pesenti, Cucchiani e Ligresti) a 17-19. Della selezione, invece, si stanno occupando gli azionisti-Fondazioni, coordinate dal vicepresidente Fabrizio Palenzona che avrebbe dato mandato alla società di consulenza Sodali - guidata dal ceo Alvise Recchi - di sondare le professionalità adatte a comporre il nuovo cda.
L’individuazione del successore di Dieter Rampl, invece, comporterà un’articolazione più complessa.

Anche su questo fronte Palenzona è in prima fila per svolgere un ruolo di coordinamento tra gli enti, il management e i nuovi soci entrati con l’aumento di capitale, a partire da Francesco Gaetano Caltagirone e Diego Della Valle. Resta sempre in piedi l’ipotesi Gian Maria Gros-Pietro. Ben accreditati l’ex numero uno di Telecom, Guido Rossi e il country manager di Morgan Stanley Domenico Siniscalco.

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