Labbiamo scritto e lo ripetiamo: quello che sta succedendo al Genoa è scandaloso. Sono scandalosi i continui slittamenti delle due sentenze sul caso Ghomsi nella partita di Ravenna e sulla violazione della clausola compromissoria per il ricorso al tribunale civile.
Abbiamo scelto di parlarne, dedicando alla vicenda addirittura il titolo principale delledizione genovese del Giornale di ieri, perchè cè in ballo la dignità di ciascuno di noi, anche dei non genoani. E per cercare di smontare una manovra che appare abbastanza chiara: i processi sportivi vengono usati come spade di Damocle sulla testa dei rossoblù, da tirar fuori come jolly al momento opportuno, magari in un momento di difficoltà della squadra e della società. Da Federazione e Lega, che abbiamo ripetutamente interpellato in questo periodo, pretendiamo invece chiarezza assoluta: perchè può essere che il Genoa abbia torto o può essere che invece abbia ragione. Ma se ha torto, ce lha oggi e non domani quando una penalizzazione può far più male e falsare il campionato. E se ha ragione ce lha parimenti oggi.
Le domande da farsi sono poche, ma chiarissime: possibile che tutta lefficienza e la velocità dimostrata nel sanzionare la C a meno tre questestate si sia persa con larrivo dellautunno? I giudici sportivi soffrono il freddo? E ancora: non è che si vuole riservare lennesimo piattino avvelenato ai supporter del Genoa, dopo che è stata ventilata la cosa più antisportiva al mondo e cioè il ripescaggio in base al bacino di utenza? Non è che si usano il bastone e la carota secondo linteresse del momento? Andreotti insegna che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Noi - che questestate non abbiamo risparmiato nessuna verità ai genoani, nemmeno le più sgradevoli, perchè riteniamo che cercare di vendere qualche copia in più illudendo i tifosi sia la più grave delle colpe - non chiediamo niente di più, nè di meno, della giustizia. Giusta, veloce e non condizionata da logiche non sportive. Ed è già aberrante che dobbiamo usare degli aggettivi per definire la giustizia.
E, a proposito di giustizia, passando da Carraro a Lippi e dal Genoa alla Sampdoria, cè unaltra domanda enorme. Ed è una domanda che mi fa particolarmente piacere fare, avendo io criticato Antonioli da tifoso della Roma, ricordando alcune sue partite un po così che lavevano trasformato da «er portiere» a «er citofono».
Non smetteremo di fare queste domande, a Lippi e a Carraro, dentro e fuori dal campo, finchè non avremo risposte. Serie, convincenti, oneste. Insomma, risposte senza aggettivi.
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