Politica

Il giallo delle bustine: tre erano vuote, eroina nella quarta

Nel mix di droghe assunto da Lapo Elkann potrebbe esserci stata una sostanza tagliata male che ha provocato il malore

Rebecca Anversa

da Torino

Verranno riascoltati oggi o domani i tre transessuali che domenica sera hanno partecipato insieme a Lapo Elkann al coca-party in un appartamento al piano ammezzato di via Marochetti 21. Sono loro gli unici testimoni della notte brava del rampollo di casa Agnelli, ricoverato in fin di vita l’indomani mattina all’ospedale Mauriziano per un’overdose. Sono loro, almeno per ora, gli unici a poter spiegare agli investigatori della Squadra mobile quanta droga abbia assunto il giovane Elkann, di che qualità e soprattutto la provenienza dello stupefacente.
Dopo gli interrogatori fiume di lunedì, Patrizia, il trans pugliese di 50 anni che vive nell’appartamento in cui è stato ritrovato moribondo il nipote dell’avvocato Agnelli, e i suoi due amici, Cinzia e Daniele, sono chiamati a ripetere per filo e per segno cos’è accaduto, scandire orari, abitudini, telefonate e altro ancora. Questa volta non più ai poliziotti, ma al procuratore aggiunto Maurizio Laudi e al sostituto Marcello Tatangelo, titolare dell’inchiesta. I racconti dei trans, nella sostanza coincidono, ma studiando le dichiarazioni dell’uno e dell'altro testimone i magistrati hanno notato piccole discrasie che ora devono essere verificate, nel dubbio che possano nascondere verità più pericolose. È chiaro che ai magistrati più che altro interessa capire chi ha fornito a Elkann la droga, quanta e soprattutto se, oltre a lui, altri ne abbiano fatto uso durante il festino. I tre amici del giovane sul punto sarebbero stati chiari e compatti. Concorderebbero tutti nel dire che Lapo Elkann è arrivato nell’appartamento con la droga e che è stato l’unico ad usarla.
Una versione che mette al riparo tutti i protagonisti della vicenda dalla possibilità di essere indagati per cessione di stupefacente, il reato che eventualmente potrebbe contestare a loro la Procura di Torino. Sì, perché ad oggi i magistrati non hanno ancora iscritto nessuno sul registro degli indagati e il fascicolo non prevede alcuna ipotesi di reato. Importante per lo sviluppo dell’inchiesta saranno i risultati delle analisi che nei prossimi giorni arriveranno dai laboratori della scientifica di Torino, tracce di droga trovate in casa e dentro ai quattro ovuli gettati nei bidoni dell’immondizia di via Marochetti. Tre di questi ovuli sono stati trovati vuoti, il quarto ancora intatto. Una stranezza. Perché mai gettare un ovulo ancora pieno? «Per paura», avrebbe risposto Patrizia. Quali sostanze custodivano quelle bustine termosaldate? L’ipotesi è che l’overdose di Lapo Elkann sia stata determinata da un mix di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina ed eroina. Un abbinamento, tra l’altro, molto di moda negli ultimi tempi. Non è, poi, nemmeno escluso che una delle sostanze derivasse da una partita tagliata male e proprio per questo abbia ridotto in fin di vita il brand manager di Fiat. Del resto Patrizia avrebbe raccontato che Lapo Elkann ha accusato il primo malore poco dopo aver sniffato l’ennesima bustina, forse proprio di eroina, quando gli altri due amici erano già andati via. Tanto che il giovane avrebbe chiesto di poter rimanere a dormire in via Marochetti.
I laboratori, quindi, dovranno innanzitutto determinare le tipologie di sostanze e anche il loro grado di purezza. Poi si cercherà di risalire alla provenienza. Sul punto permangono ombre.

Se è vero che Lapo Elkann è arrivato a casa di Patrizia con la droga già con sé, potrebbe essere altrettanto vero che una volta terminata il giovane abbia chiesto a uno dei trans di andare ad acquistarne dell’altra e questa seconda partita, a differenza della prima, potrebbe essere stata proprio comperata in una delle vie del quartiere San Salvario e a venderla uno dei tanti spacciatori che gestiscono i loro affari in quella zona.

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