Giallo alla festa di diploma: uccisi 4 ragazzi

Due dei giovani ammazzati avrebbero dovuto trovarsi a scuola per il ballo di fine anno. Interrogati amici e compagni

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Silvia Kramar

da New York

Quattro teenager americani, tra cui una ragazza, sono stati uccisi a colpi di pistola in una villetta di Huntington, in West Virginia, domenica notte. Non si conosce ancora il movente. L’assassino resta un’ombra e si indaga solo per ipotesi. Tre erano dei liceali, mentre il più vecchio aveva fatto la maturità due anni fa e viveva da solo. Il massacro è stato compiuto nella casa di quest’ultimo, Dante Ward.
Tre dei ragazzi crivellati di colpi erano già morti quando è arrivata la polizia, chiamata dai vicini di casa, l’ultimo ha smesso di respirare senza poter dir nulla appena arrivato all’ospedale Cabell-Huntington. Solo una ragazzina di 12 anni, che abitava nella casa accanto, ha sentito una voce femminile implorare. Poi due colpi di pistola. Bang, Bang e un lungo silenzio. Ha svegliato la madre e ha raccontato tutto.
«Sembravano colpi di cannone», ha raccontato alla polizia la signora Christy Thomas. «Poi mia figlia ha sentito la voce di una ragazza che urlava: “No, per favore, ti supplico non sparare, non sparare!”. Quando si è affacciata alla finestra mia figlia ha visto i corpi, per terra, nel giardino della villetta ed è corsa a chiamarmi».
Il mistero sta terrorizzando la tranquilla comunità di famiglie della middle-class e i liceali della stessa scuola superiore di Huntington dove studiavano due delle quattro vittime. Michael Dillon, di 17 anni, che frequentava l’equivalente della quarta liceo e Megan Poston, di 16 anni, che viveva a Boarboursville, sarebbero dovuti andare, accoppiati, al prom del liceo: quel ballo di fine anno reso famoso da tanti indimenticabili film, a partire dagli anni Cinquanta, quando quelle feste di liceali erano diventate famose per il rock and roll di Elvis Presley, per gli hulahoop, per il twist e, poi, per le prime sconcertanti minigonne.
Nella storia sociale americana il prom occupa un posto, importantissimo, nelle memorie di generazioni di teenager, per i quali rappresenta il primo innamoramento, le prime delusioni amorose, la prima rosa regalata alla ragazzina della porta accanto. Vestiti in smoking e abiti elegantissimi, i teenager americani spendono più soldi per quel ballo che per tutto il resto dell’estate. Ma la polizia non sa ancora dire se i due ragazzi, Michael e Megan, siano mai arrivati al liceo. Per ragioni di sicurezza e visto l’incredibile quantità di alcolici che i liceali riescono a consumare in poche ore, molte scuole superiori americane, come quella di Huntington, hanno stabilito la regola del lock-in: chiudendo le porte della scuola fino alle cinque del mattino, per evitare che nessuno esca, si metta al volante e causi un incidente.
Il nome dei due ragazzi, comunque, secondo il preside del liceo non appare sulla lista degli invitati al ballo del Huntington High School. Un altro mistero. È stato il padre di Michael che ha chiamato la polizia, domenica mattina, quando si è accorto che suo figlio non era tornato a casa. E quando è stato avvertito del delitto non si è saputo spiegare come mai suo figlio si trovasse a casa di una delle quattro vittime, Dante Ward. «Non so cosa ci facesse mio figlio, in quella casa. Non riesco a spiegarmelo. Non aveva segreti». Ward era il più grande dei quattro: aveva 19 anni e aveva finito il liceo nel 2003. Aveva traslocato nelle villetta solo due mesi fa.
Le voci a Huntington parlano di un qualche «guaio» in cui si era cacciato Ward, che alcune settimane fa sarebbe rimasto ferito a una mano in una sparatoria.

Altri hanno parlato di un giro di droga, una versione che le famiglie delle vittime respingono. La polizia lunedì mattina ha fermato almeno sei persone per interrogarle e ha cominciato a sentire i loro amici e compagni per capire se la violenza omicida possa essere legata a qualcosa accaduto tra i banchi.

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