Il giallo della minorenne: le date non tornano

Spunta un’altra diciassettenne ospite ad Arcore ma in quei giorni il premier era in Arabia Saudita e in ospedale Smentita l’ipotesi che i legali del Cavaliere possano essere indagati: non hanno influenzato i testimoni a difesa

MilanoLa domanda fa irruzione nello scenario dell’inchiesta sul Ruybygate ieri mattina, sull’onda di alcuni articoli di stampa e delle indiscrezioni riportate da un blog: l’indagine di Milano si sta allargando? È entrata in scena un’altra minorenne, anche lei passata per le residenze private di Silvio Berlusconi? E poi: rischiano di essere incriminati anche i legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, per la gestione dei colloqui investigativi con alcune delle ragazze invitate alle feste di Arcore?
La risposta dei vertici della Procura, affidata intorno alle 14 ad alcune agenzie di stampa, sembra deludere chi tifa per un allargamento del conflitto: «Non c’è alcuna iniziativa a riguardo» della seconda minorenne ospite a casa Berlusconi; e «nessuna iniziativa» è stata presa a carico dei legali del presidente del Consiglio. In particolare viene smentita l’ipotesi, che circolava con insistenza in mattinata, di una indagine per subornazione di testimoni che sarebbe scaturita dal ritrovamento, durante le perquisizioni nell’ormai famoso residence di via Olgettina, di copie e di bozze di alcuni degli interrogatori «a difesa» eseguiti da Ghedini e Longo.
Più complesso il tema della nuova ragazza entrata in scena: Iris Berardi, di origini brasiliane, nata il 28 dicembre 1991 e quindi minorenne fino allo stesso giorno del 2009. La giovane - a cui diversi organi di informazione hanno attribuito ieri spensieratamente il marchio di prostituta - dai tabulati telefonici risulta essere stata una trentina di volte ad Arcore nel corso del 2010, quando aveva già scavallato il crinale della maggiore età. Ma i medesimi tabulati la segnalano nei pressi di residenze del Cavaliere nel 2009, prima del diciottesimo compleanno. Però in nessuna delle due occasioni c’era anche Silvio Berlusconi.
Il 21 novembre, quando Iris fa visita a Porto Cervo, il premier non può essere a Villa Certosa perché è in missione di Stato in Arabia Saudita. Il 13 dicembre, quando la fanciulla «aggancia» col suo telefonino il ripetitore Tim di Arcore, è ancora più facile escludere che si sia incontrata con il capo del governo: quella sera infatti Berlusconi è ricoverato in ospedale, al San Raffaele, dopo che il disoccupato Michele Tartaglia gli ha tirato in faccia un modellino del Duomo di Milano.
Nulla di nuovo, dunque, sul fronte investigativo? Non esattamente. La figura di Iris Berardi sembra destinata comunque a svolgere un ruolo significativo dell’inchiesta. Secondo i pm milanesi le numerose presenze ad Arcore della ragazza (marchiata, a dispetto della giovane età, con la qualifica che s’è detta) costituirebbero un ulteriore riscontro di quella che è una delle tesi portanti dell’indagine.
A Villa San Martino, nella ricostruzione dei pm, non si tenevano innocenti feste a base di musica e barzellette ma incontri a luce rossa con donne che per questo venivano retribuite. Questo non costituisce un elemento d’accusa a carico del premier (tranne che per il presunto contatto con «Ruby» el Mahroug, allora minorenne) ma lo è per gli altri indagati: Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, tutti accusati di avere tirato, in un modo o nell’altro, le fila del circuito di ragazze.

E, come in un gioco di specchi, il rafforzamento delle accuse ai tre presunti «favoreggiatori» si riverbera sulla posizione processuale del capo del governo, che di quel circuito la Procura indica come l’utilizzatore finale ed esclusivo.
LF

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica