Giallo a Pavia: trovata in casa col cranio sfondato

La vittima sorpresa da sola nella villetta: i genitori erano in vacanza. A dare l'allarme il fidanzato, interrogato per ore: "Lei conosceva l'assassino"

Giallo a Pavia: trovata 
in casa col cranio sfondato
Garlasco (Pavia) - Chiara Poggi ha aperto al suo assassino, il quale forse non le ha neanche lasciato il tempo di capire cosa stesse succedendo. L’ha infatti colpita immediatamente con un corpo contundente alla nuca, poi l’ha trascinata in cantina ed è fuggito. Il corpo è stato scoperto alle 15 dal fidanzato Alberto Stasi che ha lanciato l’allarme. Sono arrivati i mezzi di soccorso ma il medico legale ha solo potuto constatarne il decesso. Un delitto per il momento senza alcun movente.

Lei una ragazza acqua e sapone, lui un giovane descritto dalla zia della vittima come «meraviglioso». Partono immediatamente le indagini dei carabinieri di Pavia che stanno sentendo tutti gli amici e i parenti della giovane, e anche i vicini di casa, nella speranza che qualcuno possa fornire uno spunto investigativo.

Chiara aveva 26 anni, si era laureata un paio d’anni fa in economia e commercio col massimo dei voti e aveva iniziato il solito percorso di stage, ultimo dei quali in un’azienda informatica di Milano. Era sola in casa quando l’hanno assassinata. Una villetta in via Pascoli alle porte di Garlasco, una zona residenziale che si incontra arrivando da Pavia. Qui i Poggi si erano trasferiti qualche anno fa dopo aver lasciato il condominio dove avevano vissuto parecchio tempo, in via Liguria nel centro del paese. In quel momento non c’era il fratello Marco, di 19 anni, né i genitori Giuseppe, 56 anni, operaio, e la mamma Rita Preda, 53 anni, dipendente del vicino comune di Gropello Cairoli, attualmente in vacanza in Trentino. «Una ragazza pulita», viene descritta dagli amici, «molto seria, tutta casa e studio». Piccolina, mora, capelli lisci, sembrava anche più giovane della sua età. È stata colpita con ogni probabilità in tarda mattinata da qualcuno che conosceva e a cui ha aperto la porta, che non presenta infatti segni di scasso. L’assalto deve essere stato quasi immediato perchè già nel salotto, subito dopo l’ingresso, ci sono vistose tracce di sangue. Poi una scia rossa che si dirige verso la porta della cantina, lungo le scale, fino al seminterrato, dove è stata trovata completamente vestita, con pantaloni corti, maglietta e biancheria intima. Un particolare che dovrebbe escludere una violenza sessuale o quantomeno un tentativo. A trovarla, come detto, il fidanzato Alberto, studente in economia e commercio, 24 anni, anche lui residente a Garlasco, ottima famiglia, ragazzo modello. Il giovane è stato sentito come persona informata dei fatti fino a tarda ora in caserma a Garlasco.

Era andato a suonare alla porta perché preoccupato: l’aveva cercata a lungo al telefono durante la mattinata senza ricevere risposta.

«Non può essere stato lui, erano insieme da tre anni, si volevano molto bene, è al di sopra di ogni sospetto», dice la zia della vittima, Maria Alessandra Mauriello, sconvolta e in lacrime, uscendo dalla stazione dei carabinieri dopo aver reso le sue deposizioni agli investigatori.

Investigatori che hanno di fronte non pochi problemi, primo fra tutti trovare l’arma del delitto, che deve essere stata portata via dall’assassino perché nessun oggetto in casa risulta sporco di sangue né compatibile con le ferite inferte.
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