Giallo sul vertice segreto Monti-Camusso

Per Repubblica c'è stato un incontro tra il premier e la leader Cgil. Smentite ufficiali, ma i partiti si scontrano sulla "trattativa nell'ombra"

Giallo sul vertice segreto Monti-Camusso

Roma - Il lavoro si tinge di giallo. Tutta colpa di Repubblica che ieri apriva il giornale con la notizia di un incontro segreto tra Monti e Camusso. Un’indiscrezione che ha provocato un putiferio politico-sindacale con annesse smentite sia da parte di palazzo Chigi, sia da parte della Cgil. L’indiscrezione e la successiva piccata rettifica rende bene il clima rovente con il quale si sta affrontando il tema della riforma del mercato del lavoro. Il nodo principale resta quello dell’articolo 18, costante tormentone che nessun governo è mai riuscito a sopire. «Non è un tabù», ha sempre ripetuto Monti; «Nessuno lo tocchi», ha sempre ribattuto la Camusso. A meno che...
Ed ecco il racconto di Repubblica che, vero o presunto non è dato sapere, è una specie di bomba scoppiata ieri con tutto il rumore del caso. Secondo largo Focchetti il premier e la leader della Cgil si sarebbero incontrati in gran segreto prima che Monti partisse per gli Stati Uniti. Sul tavolo una trattativa durissima proprio sull’articolo 18, terminata con un compromesso: la norma che regola i licenziamenti senza giusta causa sarebbe salva ma soltanto un po’. Insomma, la Camusso starebbe per cedere un pochino rispetto alle sue posizioni intransigenti. In pratica ci sarebbe un pallido via libera della Cgil a «sospendere» la tutela per qualche anno (tre o quattro) nei confronti del lavoratore precario, tramutato in stabile. Inoltre si starebbe valutando un’interpretazione meno rigida del principio della giusta causa da parte dei Tribunali del lavoro. Vero? Falso? Alla luce delle indiscrezioni calzerebbero a pennello sia l’ostentato ottimismo di Monti sia i moniti benauguranti di Napolitano. Il primo, due giorni fa dagli Usa, si era detto convinto che un accordo si sarebbe trovato; il secondo, in contemporanea da Helsinki, aveva auspicato una sintesi con le parti sociali. Tutto fatto, quindi? In mattinata una nota congiunta di palazzo Chigi e Cgil definiva come panzana la ricostruzione di Repubblica: «Non vi è stato nessun incontro né colloquio - hanno assicurato in due -. Peraltro se tale incontro fosse avvenuto, non sarebbe stato il primo faccia a faccia. Susanna Camusso e Mario Monti si erano infatti incontrati nel novembre scorso al momento della formazione del nuovo governo».
Ma è il sindacato della Camusso che, via Twitter, ha dato sfogo a tutta la sua ira nei confronti della ricostruzione: «L’incontro segreto è una grave invenzione. Qualcuno vuol far saltare il confronto? Chi vuole forzare la mano? Noi non subiremo pressioni improprie e le nostre posizioni sono note e stranote». Quindi la Camusso sta trattando nell’ombra e la luce accesa rischia di far saltare la trattativa? E il quotidiano di Ezio Mauro? Logicamente ha confermato tutto quanto scritto perché rivelato da «fonte certa».
In ogni caso anche le altre sigle sindacali non l’hanno presa bene: «Speriamo sia vero l’incontro segreto tra Camusso e Monti - ironizza la Cisl -. E fa sorridere che taluni discutano sottobanco quello che altri fanno sotto la luce del sole». Insomma, un putiferio che forse non aiuterà a far sì che si trovi un accordo nella difficile trattativa che mercoledì avrà un nuovo round. Dopodomani, infatti, al ministero del Lavoro ci sarà un incontro con le parti sociali.
Ma anche i partiti si dividono davanti alle indiscrezioni. Se per il presidente dei senatori del Pdl Gasparri l’incontro è «un sotterfugio» capace soltanto di «complicare le cose», per il pidiellino Giuliano Cazzola, nel merito, l’accordo sarebbe positivo.

Cauti anche dalla parte del Pd che con l’onorevole Giacomo Portas valutano come positivo il vero o presunto faccia a faccia: «Non mi spaventano gli incontri né segreti né alla luce del sole». Chi vuol vederci chiaro, invece, è Di Pietro: «Chiedo un pubblico confronto tra il direttore di Repubblica e il premier. Chi dei due mente?».

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