È giallo sulla «sbornia» americana di Gasbarra

Enza Colagrosso

L’ultimo viaggio di Gasbarra a New York ha fatto venire il mal di testa a molti. Colpa del vino portato nella Grande Mela dalla Provincia di Roma per essere presentato nel corso di una cena nel prestigioso ristorante Cipriani. Quel Rom’Antico sconosciuto ai più dietro il quale Luca Nitiffi, presidente dell’Agenzia del Vino, ha ammesso nascondersi un Frascati superiore. Di ottima qualità, garantisce. Peccato che questo vino non sia recensito da nessuna guida né degustato da alcun esperto.
Insomma, l’aspetto etilico della trasferta newyorkese del bell’Enrico è tutto da chiarire. «Non capisco perché Nitiffi senta il bisogno di dire ancora delle bugie su questo viaggio di promozione in America - attacca Barbara Saltamartini consigliere provinciale di Alleanza Nazionale -. Forse lo fa perché in America il presidente dell’Agenzia del Vino e Gasbarra sono andati per sponsorizzare dei prodotti vinicoli che nulla hanno a che vedere con i vini doc della provincia di Roma». «Infatti - aggiunge Umberto Notarnicola, presidente del Consorzio di tutela del Frascati - noi non abbiamo saputo nulla di questa iniziativa e nessuno ci ha interpellato. Nitiffi ha fatto sapere che delle cinque doc della provincia di Roma solo il Frascati è riuscito a tutelarsi in un consorzio. Forse a Nitiffi sfugge, perché è nuovo del settore, che se noi siamo consorziati da circa 60 anni esistono consorzi che sono forse solo più giovani di noi e che sono quello dei Colli Lanuvini, quello di Marino, quello dei Castelli Romani e in dirittura di arrivo c’è anche quello di Velletri».
A partire per New York però non sembra sia stato un vino di Frascati ma uno ideato dal nuovo consorzio Wine & products of Roma e formato dalle cantine dell’area dei Colli Lanuvini: San Tommaso, Covarelli, Tomei e La Selva. «Quello che appare assurdo e ingiustificato - spiega Nicola di Bari, presidente del nascente consorzio di Velletri - è che queste cantine sono di privati e la San Tommaso non è neanche una cantina produttiva perché imbottiglia vini come il Frascati, il Castelli Romani e altri. Pare proprio che questi si sono fatti un marchio, se lo gestiscono e se lo propagandano come vogliono».
Il consorzio Wine & products of Roma, la cui presidente è Fabiola Covarelli, è giovanissimo e fa due linee di vini: una che prende i nomi degli imperatori romani e una più commerciale che ha scelto i nomi dei poeti romani. A partire per l’America sono stati sei igt e un Colli Lanuvini doc. «Si tratta della solita iniziativa raffazzonata che non porta ad alcun tipo di vantaggio reale per quelli che sono i prodotti tipici della Provincia di Roma - tuona Francesco Petrocchi, vicecapogruppo di An in Provincia - e che ha richiesto all’ente un investimento di circa 250mila euro. Solo all’Agenzia del Vino sono stati assegnati infatti ben 164mila euro proprio per realizzare le iniziative di promozione del marchio Rom’antico; 54mila sono serviti per l’organizzazione delle missioni promozionali a New York e a Londra. Poi per la partecipazione del presidente Gasbarra sono stati stanziati 9.500 euro e la stessa somma è stata stanziata anche per tutti coloro che hanno fatto parte della delegazione. Per la stampa e distribuzione del materiale sono stati previsti 30mila euro, 10mila euro per la grafica mentre per la redazione del materiale divulgativo 50mila euro; 20mila euro sono stati destinati allo studio del posizionamento e l’identificazione dell’immagine». L’Agenzia del vino ha porta con sé anche tre giornalisti rigorosamente non specializzati nel campo enologico. Ma quello che stupisce di più Petrocchi «è la tempestività con cui la Provincia ha dato riscontro a questo tipo di proposta dell’Agenzia del Vino, marchio pressoché nuovo mai sentito prima e che potremmo dire quasi totalmente sconosciuto. La richiesta dell’Agenzia è stata presentata con nota acquisita al protocollo il 20 ottobre mentre la determina dello stanziamento dei fondi è del 26 ottobre. Solo sei giorni per reperire i fondi, preparare la determina e stanziarli».

Un tempo ristretto che, come fa notare il capogruppo di Alleanza Nazionale in Provincia Piergiorgio Benvenuti «non ha dato la possibilità né di coinvolgere il consiglio né di dibattere per cui ci si è trovati davanti ad un’iniziativa già fatta che almeno nell’evidenza dei fatti non porterà vantaggi se non a privati».

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