Giappone, il futuro è già qui. Arriva l'auto che ti disinfetta mentre guidi

Non solo ecologiche e a bassi consumi, la nuova frontiera dell'auto pensa anche alla salute e a come tenere lontani i batteri da chi viaggia a bordo di una vettura. Al Tokyo Motor Show che ha aperto i battenti il 20 ottobre e durerà fino all'8 novembre, Mitsubishi espone quella che è senz'altro la «regina» delle proposte curiose e che in tempi di influenza A attira senz'altro l'interesse: il Concept PX-MiEV, un crossover ibrido plug-in pensato per allontanare i rischi di contrarre l' influenza e infezioni varie. PX-MiEV offre infatti le prestazioni di una camera disinfettante, con erogatore di ossigeno e di umidità regolato elettronicamente. Una soluzione che, unita alla tappezzeria antibatteri, riesce - secondo quanto comunicato dall'azienda giapponese - a disinfettare il guidatore ed i passeggeri ogni volta che salgono a bordo. Ma le «diavolerie» della PX-MiEV non finiscono qui: i vetri sono stati progettati per catturare i raggi solari che fanno invecchiare la pelle ed un erogatore automatico di aromi serve a mantenere il necessario livello di attenzione del guidatore.
Un occhio alla salute e anche ai cronici problemi di traffico che affliggono il Giappone: le preposte per sfuggire alle code che hanno dato persino vita allo «sleep sharing» (chi è di turno alla guida resta sveglio, mentre gli altri ne approfittano per dormire qualche altra ora) sono tante. Non a caso, una delle caratteristiche del Giappone, cioè l'assenza dei nomi delle strade e delle numerazioni, ha portato alla nascita dei primi sistemi di navigazione satellitare per auto, così come la necessità di passare molte ore sui mezzi di trasporto ha stimolato la creazione di servizi come il messaging o la phone Tv. E la ridotta ampiezza delle strade urbane in Giappone è alla base della nascita negli Anni '50 di una tipologia di auto, le K-car, che alle dimensioni miniaturizzate (possono essere lunghe al massimo 3,4 metri e larghe 1,48) uniscono una motorizzazione di piccola cilindrata (max 660 cc e 64 Cv). Le K-car sono diffusissime perché sono esenti dall'obbligo di dimostrare, per poter possedere un'auto, la disponibilità di un parcheggio. Non stupisce, quindi, che alla 41a edizione del Tokyo Motor Show si siano viste divagazioni provocatorie su questo tema, come la Daihatsu Deca Deca, che propone nel segmento delle K-car una spaziosità interna ancora superiore grazie al pianale interno completamente piatto. Un vero monolocale su ruote, con tanto di area home theatre composta da sedili ripiegabili e grande schermo Lcd.
Con la divertente Basket (cesta della spesa), la Dahiatsu esplora invece il tema della piccola auto per il tempo libero, con cui andare a far la spesa in campagna: la linea e le finiture ricordano quelle della mitica Citroen Mehari e nella zona posteriore un piccolo cassone asportabile permette di stivare ortaggi e altre prelibatezze naturali.
Suzuki ha invece portato due interessanti proposte per un approccio ecocompatibile alla mobilità. La prima è una variante Fuel Cell del popolare maxi scooter Burgman, con serbatoio dell'idrogeno da 70 bar. La seconda è Mio, un inedito veicolo monoposto a 4 ruote per portatori di handicap, in cui l'energia elettrica necessaria per la trazione è fornita da una cella a combustibile alimentata però a metanolo, contenuto in una sorta di bottiglia comodissima da sostituire e maneggiare.


Novità anche per i pneumatici: Sumitomo Rubber ha introdotto nei Dunlop Runflat una tecnologia cosiddetta a «fianchi a gruviera» che crea delle turbolenze aerodinamiche - come avviene nelle palline da golf - finalizzata a raffreddare la gomma.

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