Il Giardino Giusti, tra i 10 parchi più belli

Fino al 22 novembre la mostra di arte contemporanea «To be played - Video»

Verona non ha bisogno di molte presentazioni: l'Arena, il centro storico, la casa di Giulietta. Migliaia di turisti ogni giorno ne invadono le strade, incantati dalla bellezza di una cittadina impregnata di storia e di grazia. Verona, per chi vuole uscire dal classico itinerario, riserva però anche altre sorprese: c'è un luogo segreto, il Giardino Giusti, situato nell'omonima via, non troppo lontano dall'argine dell'Adige, dove la bellezza architettonica e quella naturale si sono prese a braccetto. Meritatamente inserito tra i dieci parchi più belli d'Italia, è uno dei più interessanti esempi di giardino all'italiana dove reperti romani, il maestoso viale di cipressi e un labirinto tra i più antichi d'Europa valgono, da soli, la visita. Gioiello nel gioiello: Palazzo Giusti, con l'Appartamento 900, recentemente restaurato, riallestito e riaperto al pubblico. All'ombra degli affreschi cinquecenteschi dell'architetto veronese Paolo Farinati, si sviluppa in grandi sale: voluto e costruito come casa di famiglia da Agostino Giusti, venne abitato fino ai bombardamenti del 44. Ora gli spazi sono tornati a nuova vita, anche grazie a un riallestimento del verde interno con piante e palme dell'epoca firmato da Flò Blogna che valorizza la particolarità architettonica dell'appartamento. Il Giardino Giusti da questo mese e fino al 22 novembre si apre anche all'arte contemporanea con la mostra To be played - Video, immagine in movimento e videoinstallazione nella «generazione ottanta», curata da Jessica Bianchera e Marta Ferretti, in collaborazione con ArtVerona e Careof, inaugurata con successo durante l'ultima edizione di ArtVerona. Un sodalizio perfetto, quello tra il verde e l'architettura cinquecentesca e la video-art con le recenti produzioni di artisti già parecchio apprezzati dal mercato: tra gli altri, Helen Dowling, Nina Fiocco, Anna Franceschini, Adelita Husni-Bey e Luca Trevisani.

Tra documentatio, cinema, fiction e video-installazioni, l'esposizione esplora la poliedrica ricerca della generazione dei creativi nati negli anni Ottanta che hanno scelto il video come strumento d'elezione per esprimere la loro poetica.

FAm

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