Un modello e un sogno: avvicinarsi un giorno, non importa quando, alla figura di Ernie Els, il fuoriclasse di Johannesburg, e alla straordinaria facilità del suo swing.
Questo è uno dei pensieri dominanti che stanno attraversando il cervello e le corde più sensibili d'un ragazzo di neppure 17 anni, milanese di stanza (quando capita) a Monza. Suo padre Gigi fa il commercialista, mamma Alessandra è casalinga. Ha una sorella ventunenne, Francesca. Lui, Claudio Viganò, frequenta la terza liceo scientifico. La chicca è un'altra: Claudio è ormai entrato nel piccolo paradiso che ospita le promesse del nostro golf. Bastano alcuni riferimenti del suo 2007: oro in Scozia nel Duke of York, oro nell'European Young Masters a squadre in Francia, bronzo agli Europei under 18 a squadre in Danimarca. È vero che il 2008 per lui non è cominciato come sperava: al prestigioso Orange Bowl gli è andata malino (48°). «Ma - dice - guardo alla nuova stagione con un fermo proposito: maturare di testa e raggiungere una buona regolarità. Il mio colpo preferito è il drive: sfrutto le mie leve e arrivo ai 285-290 metri. Però debbo migliorare nel gioco corto, cioè negli approcci, e nel putt. È qui che voglio progredire: in precisione e continuità».
Davanti a lui, vista l'età, s'allunga una strada della quale non si può immaginare la fine. Tuttavia, al campioncino socio del Circolo di Zoate e allievo del maestro Romolo Napoleoni si addice un augurio che, per vaghe coincidenze, riporta alla frontiera pure remota e forse proibita di Ernie Els, il biondo gigante sudafricano prossimo ai 39 anni, alto 1 metro e 91 per un peso di 94 chili. La curiosità è questa: Claudio Vigano, capelli castani, potrebbe essere figlio di Els ma, adolescente qual è, è già un monumento: è alto 1 metro e 90 e pesa 84 chili
Claudio, che gioca a golf da quando era in seconda elementare e il cui handicap attuale è -2.4, dà l'idea della forza precoce. Dichiara di non avere una ragazza (fissa), di amare tanto gli spaghetti e poi la palestra (notate: «Per irrobustirmi»!), la musica, gli amici, i film di azione e i libri di storia. E la scuola? «Mi arrangio. Preferisco il golf, che per ora è soprattutto un divertimento: se a 16 anni per me fosse già un lavoro, addio, perché se qualcosa mi andasse di traverso smetterei».
Il futuro? «Lo vedo naturalmente nel golf più che in altre attività. Vorrei fare il salto nel professionismo a maturità liceale acquisita: diciamo intorno ai 21 anni. Sto valutando con papà e il mio maestro di golf una proposta che mi è giunta da un college della Florida.
Tempo al tempo. Claudio ne ha da vendere.
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