Ha attraversato la storia della fede con la sua andatura stentata, conseguenza di una grave malattia subita in tenera età, ma il suo cammino ha lasciato una traccia che resiste ancora oggi nella cultura religiosa dei genovesi.
Stiamo parlando di Giliana Faglia, alla cui figura Alessandro Massobrio ha dedicato un libro (Edizioni darte Marconi) intitolato «Giliana lasinella dellImmacolata», che sarà presentato questo pomeriggio alle 16 presso lhotel Ac 10 in corso Europa 1075. A parlare del volumetto interverrà il caporedattore della redazione di Genova del Giornale Massimiliano Lussana, mentre lautore sarà a disposizione del pubblico per dibattere sullargomento.
Giliana, chi era? Fino ad oggi il suo ricordo è stato tenuto vivo da quanti lhanno conosciuta ed amata attraverso le pagine di un piccolo periodico, «La sua voce», diretto appunto da Alessandro Massobrio. Un piccolo grande gesto di fede da parte di chi si augura che un giorno la Chiesa si decida a ricocoscere in Giliana Faglia e in quel padre Bonaventura Raschi con cui la donna condivise esperienze mistiche e religiose, virtù e doti soprannaturali.
Giliana è nata nella provincia di Brescia nel 1933. La sua infanzia è segnata dal dolore e dalla malattia. La meningite la priva della vista, che in parte recupererà, e delludito. Le orecchie resteranno per sempre sigillate alle voci del mondo. Ma già a otto anni Giliana si rivela «speciale»: le appare la Madonna di Lourdes. A 14 anni subisce la paralisi degli arti inferiori. Nel 1962 la svolta. Lincontro con padre Raschi, che in quel periodo stava cercando fondi per costruire a Genova un eremo di preghiera dedicato alla Vergine sul Monte Borriga, santuario che sarà ultimato nel 1967.
Nel libro di Massobrio si succedono gli eventi: il francescano e la donna inferma (che ha ripreso parzialmente luso delle gambe) iniziano ad attirare presso la Piccola città dellImmacolata sulla cima del monte folle di pellegrini e visitatori. Si parla di apparizioni, di visioni soprannaturali, di messaggi dettati direttamente dalla Madonna. Qui il «romanzo», perché il racconto incalza, si tinge di «giallo».
Il libro di Massobrio non intende dare risposte in questo senso, ma di tenere aperto il discorso su Giliana e padre Raschi, questo sì.
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