Giocava al casinò con i soldi della Onlus: tre anni al presidente della Croce San Carlo

Era arrivato perfino a utilizzare la carta di credito dell’associazione per andare a giocare al casinò di Campione e per pagarsi le vacanze in Brasile. Massimo Zuccotti, il presidente della croce San Carlo, arrestato lo scorso giugno, ha patteggiato tre anni di reclusione per truffa alla pubblica amministrazione. Il 56enne girava i soldi della croce di assistenza ai malati sul suo conto personale e raggirò un volontario a cui aveva venduto le quote della onlus (che invece non si possono vendere) a 177mila euro. Il patteggiamento è stato accolto dal giudice per l’udienza preliminare Roberto Arnaldi, che ha ratificato l’accordo di applicazione della pena per la onlus, 26mila euro di sanzione con il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. Il gup ha infine ordinato la confisca delle ambulanze, delle Mercedes e di tutti i mezzi in dotazione della onlus. Nei mesi passati, anche in base ad alcune ispezioni dell’Asl, i mezzi di accompagnamento dei malati non erano risultati a norma e non avevano a bordo gli strumenti per il primo soccorso. In base a quanto ricostruito dai finanzieri con il contributo dei Nas dei carabinieri, Zuccotti si è approfittato dei benefici previsti per gli enti non profit - gli svariati contributi pubblici tra cui il 5 per mille e l’esenzione dalle tasse - pur guadagnando dai servizi resi ai privati. E i presunti volontari, anziché un rimborso spese, ricevevano una vera e propria retribuzione di 3,5 euro all’ora in nero dopo le prime 40 ore di attività non retribuita. Quaranta ore mensili corrispondono al tetto imposto dalla legge per l’attività dei volontari in un ente senza scopo di lucro come la Croce San Carlo. Il pm contesta a Zuccotti una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche del valore di 2.635.441 milioni, perché dal 2005 fino all’arresto l’associazione ha ottenuto 242.

472,98 euro di contributi a fondo perduto, 2.359.969,39 euro per convenzioni con istituzioni pubbliche e altri 33mila euro dall’Asl di Milano per il servizio di continuità assistenziale e guardia medica effettuato nel 2009 in assenza della relativa convenzione.

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