La sigla, almeno in apparenza, era la stessa. «CE». La differenza - sostanziale - era tutta nel significato del marchio. Non «conformità europea», ma «China export». E così, «benedetti» da quella sigla, cerano il rasoio elettrico, la piastra per capelli e la radio. Cerano macchine radiocomandate, batterie, lampadine, telefoni, occhiali. Centinaia di migliaia di pezzi. Da riempire un magazzino. Un enorme stock di merce contraffatta. Rigorosamente made in China. Un carico di mezzo milione di prodotti destinati al mercato milanese, e sequestrato nei giorni scorsi dal gruppo pronto impiego del comando provinciale della guardia di finanza.
Un business, quello del falso. Un giro daffari costruito sui prezzi di vendita al ribasso (pochi centesimi per pile e batterie, 20 euro per un televisore o un asciugacapelli), e a scapito della sicurezza. Per arrivare al deposito, le fiamme gialle hanno seguito un corriere sloveno fino a un capannone a Settimo Milanese. Lì, ad aspettare, due cinesi - padre e figlio, titolari di un negozio in via Paolo Sarpi -, denunciati per impiego di manodopera clandestina. Perché, con loro, si trovavano altri quattro cittadini asiatici. Irregolari, pagati 25 euro a testa per una giornata di lavoro. E due di questi, già raggiunti da un provvedimento di espulsione, sono stati arrestati. Oltre 230mila i prodotti contraffatti sequestrati nel magazzino, e poco meno nel punto vendita, per un valore - dichiarata dai due commercianti - di circa 70mila euro.
«È un sequestro importante - spiega il nuovo comandante provinciale della guardia di finanza, il generale Attilio Iodice - a contrasto di un fenomeno esteso che crea seri danni al mercato e alla salute». «Sono prodotti estremamente pericolosi - aggiunge il colonnello Edoardo Viti - perché questi giocattoli, che ancora devono essere sottoposti a perizia, potrebbero essere composti da pezzi facilmente ingeribili o verniciati con sostanze tossiche. Inoltre, i dispositivi elettronici privi di garanzia marchio CE possono facilmente prendere fuoco».
Sul sequestro delle fiamme gialle intervengono sia il Codacons che il vicesindaco Riccardo De Corato. Per lassociazione dei consumatori, «Milano è insieme a Napoli il maggiore centro di stoccaggio di merce contraffatta in Italia». Un mercato in crescita «se dal 2003 al 2007 si è passati in Italia da un sequestro di 34 milioni di pezzi contraffatti o dannosi per la salute a 107 milioni». Per questo, «il Codacons mette in guardia dallacquistare giocattoli di strane marche ignote o da venditori non autorizzati».
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