da Amsterdam
Carlotta in casa faceva la ruota. «Poi mi arrampicavo sugli alberi». Un po troppo hanno pensato i genitori. «E allora mi hanno portato in palestra». Carlotta Giovannini oggi racconta queste cose con una medaglia doro al collo. Come a dire: ne è valsa la pena». Sbalordita e incredula ma con la dedica nel cuore, Carlotta si è raccontata. «Dedico questa medaglia ai miei genitori e ai miei allenatori. La ginnastica è il mio grande amore. Per nessuna cosa al mondo ci rinuncerei, neppure per un uomo. Se dovessi incontrare un ragazzo che mi impedisse di rincorrere il sogno più grande, quello di arrivare a Pechino 2008, lo manderei in un batter docchio a quel paese. I Giochi li organizzano ogni quattro anni, il fidanzato me lo trovo in cinque minuti».
Carlotta è una miscela di allegria e idee. Voglia di dire e di raccontarsi: «Il mio obiettivo è sempre quello di far vedere a tutti quanto valgo. Poi, se nel pubblico ci sono anche mamma e papà tanto meglio. Mi ci hanno portato loro in palestra. Ora ci passo sei ore e mezzo al giorno. Mi alleno sola, le mie compagne della Biancoverde Imola sono troppo piccole. Non ho problemi di spazio come Vanessa, al massimo da noi manca laria condizionata. Non sono partita con lintenzione di arrivare in nazionale, o di vincere il titolo europeo. Ma quando ho vinto a Volos, loro a squadre per la prima volta nella storia del tuo Paese, e nella competizione del tuo esordio, mi sono detta: sarò una predestinata? Scherzi a parte, quando nella vita decidi di imboccare una strada, conviene valutare bene i primi segnali».
Carlotta da coccolare come un pelouche. Anche se lei, al posto del peluche, vorrebbe Scamarcio. «Come mi sento? Tre metri sopra il cielo. È il mio film preferito e adoro Scamarcio. Vorrei tanto incontrarlo per portargli la medaglia doro». Il resto è musica: «Ascolto Tiziano Ferro. Non mi piace leggere, oltre alla ginnastica seguo il basket e il pattinaggio artistico. Il calcio? Tifo solo per la nazionale e in particolare per Buffon. Ora ho realizzato un sogno, ma nel cassetto cè sempre Pechino. Con questo risultato, quel cassetto è leggermente socchiuso».
Contenta anche Vanessa Ferrari. Racconta la campionessa del mondo: «Dopo le due cadute, prima del corpo libero mi sono concentrata sul mio esercizio, sapendo che era lultimo. Volevo farlo bene per non chiudere queste finali con un errore e ci sono riuscita.
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