Una risposta di Toyota relativa alla ripresa della produzione in Giappone era attesa ieri ed è stata negativa. Impossibile avviare le linee a causa dei problemi legati al risparmio di energia nel Paese dopo il sisma e lo tsunami dell11 marzo. Il più importante costruttore giapponese di veicoli ha fatto sapere che la produzione non potrà riprendere prima del 27 marzo, quando agli obiettivi di produzione mancheranno 140mila veicoli. A guardare a quanto accade a Nagoya e dintorni sono ovviamente anche Europa e Usa, dove gli stabilimenti del gruppo nipponico necessitano dei componenti in arrivo dal Sol levante. Nessun problema al riguardo, visto che la produzione, insieme a quella dei ricambi, è già ripresa.
Massimo Gargano, amministratore delegato di Totoya Motor Italia, vede comunque il business nella penisola in linea con le aspettative: cioè, vendere questanno 80mila vetture per una quota mercato tra il 4,2 e il 4,3%, in un contesto sicuramente non facile visto il drastico calo delle immatricolazioni che sta caratterizzando il settore dopo lo stop agli incentivi. «In marzo però - ricorda Gargano - usciremo con due importanti novità: Verso St e Lexus Ct200h. In generale mi ritengo soddisfatto di come stanno andando le cose, soprattutto per i fuoristrada, le cui consegne sono in leggera crescita. Mi riferisco al Land Cruiser, contrassegnato con il logo 60° anniversario, un vero mostro sacro di cui sono state vendute oltre 6 milioni di unità nel mondo; e poi cè il Rav4, modello che nel 94 ha inventato il segmento dei Suv, con la versione Crossport lanciata a fine 2010 e proposto con la trazione 4x2; in gamma troviamo, quindi, lUrban Cruiser, commercializzato in 3mila unità lo scorso anno; il pick-uo Hilus, infine, resta unicona». Toyota Motor Italia prosegue con i suoi piani e conferma anche la realizzazione del secondo Rav4 elettrico, dopo il primo lancio nel 1997, in collaborazione con Tesla. Gargano, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi, è molto attento allevoluzione delle motorizzazioni alternative in Italia, forte soprattutto della spinta allecomobilità generata dallibrido, tipo di propulsione su cui Toyota ha scommesso per prima. «Se lobiettivo è il miglioramento della qualità dellaria - commenta - è giusto premiare chi impatta meno. Ritengo, a questo punto, che la tecnologia deve diventare il terreno della competizione tra i marchi e che ogni forma futura di bonus tenga conto di tale elemento. Cè ancora troppo caos e supeficialità, ogni amministrazione fa da sé. Occorrono linee guida per affrontare seriamente il problema delle emissioni. Sullelettrico, inoltre, aspettiamo ancora la standardizzazione delle spine».
Il colosso di Nagoya ha da poco presentato la sua «Global vision», ovvero la strada che lazienda è chiamata a seguire per il futuro. «Insieme ai nostri dipendenti - ha detto il numero uno Akio Toyoda - saremo capaci di scrivere un nuovo capitolo della storia di Toyota».