Roma - È morto questa mattina alla clinica Paieia di Roma Pietro Calabrese, firma di punta delò giornalismo italiano, ex direttore fra l’altro del quotidiano il Messaggero, del settimanale Panorama, della Gazzetta dello Sport, coronamenti di una lunga carriera iniziata all’agenzia di stampa Ansa. Calabrese, nato a Roma l’8 maggio del 1944, aveva 66 anni. Lui stesso ha raccontato quasi ogni settimana, sul «Magazine» del Corriere della Sera, la sua malattia come fosse quella del suo ’amico Ginò. E l’ha descritta in un libro in pubblicazione il prossimo 29 settembre che non è riuscito a vedere in libreria. Di genitori siciliani, Calabrese iniziò è all’ Ansa, prima alla redazione notiziari per l’estero e poi alla redazione di Parigi. Dove tornò anni dopo come corrispondente del Messaggero, giornale che ha attraversato fino alla direzione. Per il quotidiano romano ha lavorato anche a Bruxelles e poi come responsabile delle pagine culturali per lasciarlo quando diventò responsabile delle pagine cultura e spettacoli dell’ Espresso. Tornato al Messaggero, era stato nominato caporedattore centrale e poi vicedirettore unico. Nel gennaio 1996 aveva chiesto l’aspettativa per assumere la carica di presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi del 2004 e in questa veste era stato anche consulente dell’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli. Per la Capitale era poi tornato a lavorare quando sindaco era Walter Veltroni, per abbandonare il ruolo con l’arrivo di Gianni Alemanno. Del Messaggero è stato infine direttore dal giugno del 1996 fino alla nomina in Rai nel 1999. Dopo un passaggio alla divisione multimediale del Gruppo Rcs, diventa direttore di «Capital» nel 2001, ma l’anno dopo viene scelto per andare a dirigere la Gazzetta dello Sport al posto di Candido Cannavò. In quell’occasione, che riassunse così la sua idea di giornalismo: «Emozione. Ecco la nostra arma. Se riusciamo a raccontare con imparzialità ma con emozione abbiamo vinto». Si dimette dopo due anni per passare alla direzione di Panorama, che lascia poi nel 2007 a Maurizio Belpietro. La malattia arriva all’improvviso.
È lui stesso a parlarne, nell’autunno del 2009: ne scrive sul «Magazine» del Corriere, commuovendo i lettori con la storia di Gino . E la racconta in un libro, che non ha fatto in tempo a vedere pubblicato (esce il 29 settembre).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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