Caro Lussana, credo che la diffusione di una sequenza dell'agghiacciante video dell'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi abbia colpito la coscienza di chi lo definì «mercenario» e «fascista». Sono daccordo con chi ha scritto che se si contestualizza la barbara esecuzione, consumatasi allapice della deriva arcobalenista in cui quasi ci si vergognava del Tricolore, emerge con forza la statura di Fabrizio eroe dItalia. Spero che presto Genova, la Genova di Fabrizio Quattrocchi, la mia Genova, dedichi a questo suo figlio eroico una strada, una piazza, una scuola alla Sua memoria. In tal senso, ho scritto subito dopo aver visto quella drammatica sequenza video - al sindaco Ds genovese Giuseppe Pericu.
Credo che anche Regione Liguria e Provincia di Genova possano fare qualcosa di concreto in questa direzione, nella valorizzazione dei caduti con onore e nel ricordo del loro sacrificio.
La nostra attività di tutela e miglioramento della professione delloperatore di polizia ci ha portato molto spesso a contatto con un fenomeno (ma forse è meglio definirlo mondo...) di cui spesso tutti ci dimentichiamo, vuoi per effetto della frenesia della vita quotidiana, vuoi per un inconscio tentativo di esorcizzare il rischio di trovarcisi dentro. È la condizione delle vittime del dovere, della mafia, del terrorismo e di ogni forma di criminalità.
Quando si parla di sicurezza infatti, ci si sofferma sui sentimenti di paura, sulle percentuali di rischio, sulle entità del danno o sul valore delle condanne, ma assai meno frequentemente si focalizza con la dovuta attenzione laspetto della questione che più di ogni altro genera effetti negativi e conseguenze pesanti, quello appunto che attiene ai problemi di chi ha patito lingiusta conseguenza di un atto illegale compiuto da altri, di chi deve rimettersi in piedi e proseguire la vita dopo lo schiaffo di un danneggiamento immeritato o dopo la tragedia di un lutto patito per mano di un malvivente.
Riguarda tanto gli appartenenti delle forze dellordine, gli amministratori pubblici, i magistrati coinvolti per dovere del proprio ufficio quanto gli altri cittadini che vengono depredati o che si trovano casualmente sulla strada di chi vuole portare a termine unazione illegale.
Omettere di esprimere loro la concreta solidarietà della comunità sociale e non aiutarli ad affrontare i tanti e pesanti problemi pratici che nascono dalla condizione di vittima, è cosa decisamente deplorevole, ma dimenticare il valore del loro sacrificio è ancora peggio. Non solo nei loro confronti, bersagli incolpevoli dellillegalità, ma nei confronti di noi stessi che affidiamo il nostro presente ed il nostro futuro a quei principi di legittimità e convivenza civile di cui queste persone sono veri e propri simboli.
Per questo motivo da qualche anno il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, insieme a tanti altri soggetti pubblici e privati, sostiene la necessità di istituire un giorno della memoria (Memorial Day) per onorare il ricordo ed il valore di queste vittime e conseguentemente celebrare lideale della legalità. Alcuni governi regionali si sono e si stanno attivando su istanze presentate da vari consiglieri ed altri soggetti. La Liguria ha già dato in altre occasioni prova di saper anticipare gli eventi, di guardare un po più in là e, soprattutto, di saper dare ai cittadini risposte aderenti ai bisogni ed alle istanze che provengono dal basso: del resto, sul versante del sacrificio individuale pagato allo sviluppo criminale, purtroppo, questa regione sa bene di aver dato molto, come pure è stata protagonista nellambito della lotta alle organizzazioni del crimine.
Considerato tutto ciò, ritengo che uneventuale iniziativa del consiglio regionale della Liguria di approvare listituzione di un «Giorno della Memoria» per le vittime della dovere e della criminalità sarebbe un atto giusto, importante ed apprezzato da molti. Ed è per questo che proprio pochi giorni fa ho chiesto formalmente al Governatore Ds ligure Claudio Burlando di impegnarsi in prima persona allinterno delle Istituzioni regionali. Anche a Mauro Cavelli, presidente Ds del consiglio provinciale di Genova, ho chiesto di farsi parte attiva perché si individui, a partire proprio da questanno, un appuntamento annuale istituzionale in onore di tutte le vittime del terrorismo, della mafia, del dovere e di ogni forma di criminalità.
È troppo domandare - ai tre amministratori politici che ho citato - di far sapere pubblicamente proprio a Il Giornale il loro pensiero su queste proposte, senza se e senza ma ovviamente?
Roberto Martinelli
Segretario Generale aggiunto Sappe
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.