Presentato tempestivamente nel periodo natalizio, Nativity racconta con, dolce sobria didascalicità le vicende che hanno trasformato una giovanissima fanciulla palestinese nella madre del figlio di Dio, Gesù. Maria (Keisha Castle-Hughes) è una quindicenne che vive poveramente un dignitoso percorso terreno, fino allannunciazione del suo destino di madre di tutti gli uomini di buona volontà. Promessa a Giuseppe (Oscar Isaac), secondo la tradizione, dapprima riluttante, Maria impara ad amare quel giovane onesto e pio. Seguono le vicende note, alle quali si aggiunge un tentativo di lapidazione causato dallo sconcerto per quella divina gravidanza. Infine la nascita. Nel film, girato in prevalenza a Matera, come La passione di Gibson, si avverte la volontà di non cedere alla convenzione estetica omologata da duemila anni di sacre rappresentazioni. Cè linfluenza pasoliniana, la discrezione del racconto, la partecipazione.
Peccato che la regista Catherine Hardwicke, nel desiderio di togliere, privi la storia di ogni intensità emotiva. Ma è unoperazione onesta, talvolta ammirevole e forse necessaria.NATIVITY (Usa, 2006) di Catherine Hardwicke, con Keisha Castle-Hughes, Oscar Isaac. 90 minuti