Giovedì nasce ad Albenga la casa comune di An e Forza Italia

«Da giovedì, ad Albenga, parleremo con una voce sola e sotto una sola bandiera: quella del Popolo della libertà». Ad annunciarlo è Angelo Barbero, An, presidente del circolo «Città di Albenga».
Archiviate, dunque, le vecchie ruggini all’interno del centrodestra?
«Non c’è mai stata baruffa vera e propria, quanto una serie di incomprensioni che poi si sono fatalmente trasformate in scontri personali. L’intensità più accentuata, in questo senso, si è raggiunta nel 2005, poi, a poco a poco, le cose sono cambiate».
In meglio, si suppone.
«Certamente. Il cammino è stato lungo, ma proficuo. E oggi possiamo dire che siamo fra i primi in Liguria a bruciare le tappe verso la costituzione del Pdl».
Giovedì, pertanto...
«... riuniremo i direttivi, allargati agli iscritti di An e Forza Italia, al Teatro San Carlo per sancire l’avvio del processo comune. Che significa: Popolo della libertà».
Facciamo un passo indietro: come vi siete convinti?
«In modo molto semplice, lineare. Ci siamo incontrati, io e Bruno Robello De Filippis, coordinatore cittadino degli azzurri, e abbiamo recepito il messaggio unitario, fortissimo, che è venuto dagli Stati generali di Varazze».
A livello locale avete agito di conseguenza.
«Per quanto riguarda la situazione ad Albenga, Robello De Filippis ed io abbiamo concordato un percorso comune, che supera decisamente le tensioni precedenti».
Lei, Barbero, ha sempre detto che quegli errori sono serviti.
«Ne sono convinto. E infatti abbiamo deciso di partire proprio dagli errori che abbiamo fatto, di farne tesoro per evitare quei ritorni negativi che, in fondo, hanno condizionato i rispettivi partiti e il loro elettorato».
A proposito: anche gli albenganesi quest’anno vanno al voto.
«Ci vanno, come in tutto il Savonese, per il rinnovo del consiglio provinciale, ma l’anno prossimo, non dimentichiamolo, Albenga sarà interessata dalle comunali, oltre che dalle Europee. Appuntamenti cui è doveroso arrivare uniti sui programmi».
Uniti, ma anche con le idee chiare.
«Per questo rinnovo l’appello affinché anche a livello locale ci diamo un preciso metodo di lavoro».
Cioè, strategie precise.


«Non solo. È indispensabile arrivare a definire bene impegni e responsabilità individuali. Dobbiamo attribuire gli incarichi giusti alle persone giuste. Per raggiungere l’obiettivo, mi sto battendo da tempo, ma non demordo».

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