Giovedì la stretta della Bce Più cari i mutui a tasso variabile

Sale l’attesa per la decisione della Bce che giovedì, a meno di sorprese, dovrebbe rialzare i tassi dello 0,25%, per la prima volta dal luglio 2008. In questo modo il costo del denaro in Eurolandia si porterà all’1,25%, con inevitabili ripercussioni per esempio sulle rate dei muti a tasso variabile. Dopo il taglio del maggio 2009, i tassi di interesse erano rimasti fermo all’1 per cento. Secondo l’economista di Commerzbank Michael Schubert, a questo punto «solo un severo peggioramento della situazione in Giappone o una crisi dei mercati potrebbe scoraggiare un rialzo» da parte degli esperti di Francoforte. Una decisione, questa, su cui per gli analisti del Crédit Agricole «non c’è quasi alcun dubbio». I membri del board, sottolineano, «si sono espressi in questi ultimi giorni ribadendo la necessità di una forte vigilanza nei confronti del rischio inflazione, il che è sinonimo nel linguaggio della Bce di un giro di vite imminente».
Lo stesso capo economista della Bce Juergen Stark aveva dichiarato al Wall Street Journal che «dobbiamo stare attenti a non tenere i tassi d’interesse troppo bassi per troppo tempo». E l’accelerazione dell’inflazione a marzo (+2,6% anno su anno dopo +2,4% a febbraio) non fa che rafforzare questa probabile decisione a carattere preventivo.


Questo primo intervento dovrebbe essere seguito da altri rialzi anche per ritornare verso la normalità pre-crisi con dei tassi più in linea con la ripresa. Sempre gli analisti del Crédit Agricole puntano, entro la fine dell’anno, a due nuovi aumenti con l’obiettivo di un tasso di rifinanziamento dell’1,75% a dicembre.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica