Il gip: «Ecco la truffa del Porto di Imperia»

Anche se «in questa sede non sono contestati episodi di corruzione, l’articolato meccanismo creato per pilotare l’attribuzione dell’appalto in favore di un imprenditore scelto nella più completa violazione delle regole, e la speculazione economica che ne è seguita, inducono a ritenere quanto mai verosimile l’esistenza di una sotterranea “spartizione di ritorno“ dei profitti fraudolentemente conseguiti da Caltagirone in favore dei soggetti che gli hanno regalato l’appalto e il porto»: lo scrive il gip Ottavio Colamartino nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Francesco Bellavista Caltagirone, imprenditore romano di 73 anni, accusato di truffa ai danni dello Stato in merito alla realizzazione del porto turistico di Imperia. La «radice dell’illecito - scrive ancora il gip - è nella scelta del costruttore Bellavista Caltagirone attraverso logiche di conoscenza personale da parte degli amministratori del porto e del Comune di Imperia e il conseguente affidamento diretto dei lavori anzi che mediante gara concorrenziale».

Intanto l’ex ministro Claudio Scajola ha annunciato querela contro i quotidiani La Repubblica e Il Fatto, precisando - contrariamente a quanto scritto da loro - di aver regolarmente pagato i suoi posti barca nel porto di Imperia.

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