Girardengo, Mitri e Pietri: la tv ripesca i miti dello sport

In autunno ben tre serie raccontano le imprese del grande ciclista, del campione di boxe e del maratoneta cui venne tolta la medaglia d’oro

Girardengo, Mitri e Pietri: la tv ripesca i miti dello sport

Roma - Forse è il segno dei tempi. I nostri. Vertiginosi, veloci, dopati. Come lo sport dove è sempre più difficile imbattersi in grandi gesta. Di uomini prima ancora che atleti. Per mancanza di materia prima. Sarà per questo che numerose fiction devono attingere al passato per celebrarne i miti: il pugile Tiberio Mitri, l'atleta Dorando Pietri, il ciclista Costante Girardengo. Uomini lesti ma protagonisti di discipline del secolo scorso ancora un po’ slow. Dove rimanevi nella storia anche senza vincere. È il caso, eclatante, del maratoneta Dorando Pietri, interpretato da Luigi Lo Cascio insieme a Laura Chiatti, nella fiction di Raiuno Il sogno del maratoneta (prevista tra ottobre e febbraio), diretta da Leone Pompucci e prodotta dalla Casanova. E già le prime foto dal set di Carpi con un baffuto Lo Cascio, maglietta bianca lisa e pantaloncini neri come le scarpe ancora non griffate, dicono tutto di un'epoca. Quella delle Olimpiadi del 1908 di Londra dove Pietri scalò tutte le posizioni per arrivare in testa, stremato e sorretto dai giudici di gara, alla fine della maratona di più di 42 chilometri. Ma la squadra dello statunitense Johnny Hayes, eterno secondo, presentò reclamo. Niente medaglia ma un posto d'onore nell'atletica che già lo scrittore Arthur Conan Doyle sancì sul Daily Mail: «La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport».
Così come rimane indelebile la parabola del pugile Tiberio Mitri, 101 combattimenti di cui solo 6 persi, tra cui quello con il Toro Scatenato Jake LaMotta. Mitri, volto integro, rimase sempre il «bello» della boxe e si lanciò nel cinema con una ventina di film da non protagonista tra i quali La grande guerra. Poi il matrimonio finito male con Fulvia Franco, Miss Italia nel '48, e una brutta spirale che non è fiction ma è il destino cinico e baro: il figlio Alessandro morto a 28 anni per overdose, la figlia stroncata dall'Aids, l'Alzheimer per lui. Morirà nel 2001 schiacciato da un treno sui binari vicino alla stazione Termini di Roma dove vagava. A portarlo sul piccolo schermo è il regista Angelo Longoni in una produzione Cristaldi Film per l'autunno di Raiuno che vede come protagonista un altro bello del cinema d'oggi, Luca Argentero. Preparazione da Actor's Studio per l'ex Grande Fratello che, affiancato da Martina Stella nel ruolo della prima moglie, spiega: «Ho fatto due mesi di palestra per potermi muovere con naturalezza sul ring. Questa storia è ricca di contenuti umani, a cominciare dal riscatto di chi, soffrendo in condizione disagiata, vi trova l'occasione di rivalsa e di affermazione».
Proprio come Il bandito e il campione, la miniserie in due puntate di Lodovico Gasparini, prevista anch'essa per l'autunno di Raiuno, tratta dal bel libro di Marco Ventura in cui si racconta la storia del bandito Sante Pollastri (interpretato da Beppe Fiorello) immaginandolo amico d'infanzia, nei primi anni del '900, del campione di ciclismo Girardengo (Simone Gandolfo). «Per tutti e due - spiega il regista - la bicicletta era l'unico mezzo per uscire dalla fame. Uno diventa un campione mentre l'altro imbocca una strada più drammatica».
Insomma storie epiche del passato («Sono così coinvolto - ha detto Fiorello - come non mi capitava da bambino con i western di Sergio Leone») mentre per quanto riguarda l'oggi ci pensa Mediaset che sta girando Come un delfino, una miniserie in due puntate diretta da Stefano Reali (su Canale 5 la prossima primavera), in cui Raoul Bova s'ispira a quattro campioni di nuoto (Domenico Fioravanti, costretto a ritirarsi per problemi cardiaci, Federica Pellegrini, vittima di crisi d'ansia prima delle gare, Max Rosolino e Filippo Magnini) per raccontare di un ex nuotatore professionista diventato allenatore di un gruppo di giovani di una casa famiglia sorta su un terreno confiscato alla mafia: «Sarà un omaggio al mondo del nuoto a agli atleti che sanno affrontare le proprie debolezze, la paura della prestazione e di non essere all'altezza», ha spiegato l'attore romano.


E per chi non ce la fa ad aspettare, ecco che Rai Storia sul digitale terrestre racconta, 50 anni dopo, le Olimpiadi di Roma (dal 16 al 25 agosto, alle 18.00 e in replica alle 23.00) con fatti, personaggi, luoghi e costume di un altro evento mitico. Naturalmente del passato.

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