"Giro il mondo da trent’anni ma questo è il tour più importante"

"Giro il mondo da trent’anni ma questo è il tour più importante"

Catania - «Tra foto e intercettazioni, sono scioccato da quanto sta succedendo, e molti lo sono». Zucchero, si sa, non ha mai usato mezze misure e parla proprio come il suo blues: diretto, immediato. Qui nel camerino del Teatro Odeon, un piccolo gioiello nel centro della vecchia Catania, si accende una sigaretta e si prepara a fare il professore di musica di fianco a Paola Maugeri per Storytellers, lo show di Mtv che andrà in onda il 4 maggio. Lui canterà dieci brani e la splendida Dune mosse sarà l’apripista di una chiacchierata di musica che, volenti o nolenti, è ciò che piace agli appassionati: racconti, aneddoti, qualche progetto, battute. «Sul palco di Wembley per il tributo a Freddie Mercury sono andato nel panico: per fortuna, Brian May, il chitarrista dei Queen, mi ha fatto l’occhiolino e allora sono riuscito a partire in picchiata». A 52 anni, Zucchero ha smesso di essere popstar ed è un bluesman fatto e finito. Un po’ appesantito, volutamente trasandato, in una battuta condensa lo spirito della sua musica: «Non ho mai creduto a chi invecchia bene, un artista invecchia male». Non si direbbe, a giudicare da quanto la sua voce riempia gli amplificatori e scuota le poltroncine dell’Odeon. Grande intrattenitore. Ma prima, sulla sua poltroncina in camerino, è uscito dalla musica e ha fatto il giro d’orizzonte sull’attualità guardandola da lontano.

Perché è scioccato, Zucchero?
«Come me, molti lo sono. Ma bisogna anche stare attenti a quello che si dice. Ad esempio, qualcuno può pensare che, in fondo, con quel giro in macchina Sircana si sia fatto semplicemente gli affari suoi. Però è pericoloso perché non si conoscono bene le cose. Per dire, Lele Mora non mi ha mai dato strane impressioni».

Lo conosce?
«Da quando faceva il parrucchiere. Mi pettinava sempre prima del Festivalbar a Verona, poi al limite mi chiedeva di scattare con me una foto da appendere al muro. Una persona gentile, corretta. Mai fatto proposte strane».

E Corona?
«Non lo conosco proprio».

Oggi è il pericolo pubblico numero uno.
«È un ambiente un po’ così, il nostro. Anch’io sono stato ricattato per delle foto qualche anno fa».

Da chi?
«Da una persona che conoscevo e che credevo buona e generosa. Quando la mia compagna Francesca stava aspettando Blue, ci propose di fare alcune foto nudi con le nostre due pance che si toccavano. “Ve le darò come regalo”, diceva. “Voglio fare solo cose artistiche”. Abbiamo accettato. Poi qualche tempo dopo, mentre io ero a Londra a registrare Bluesugar, ci ha telefonato per dire: un giornale mi ha offerto soldi per quelle foto. O me li date voi oppure le faccio pubblicare».

Quanto chiedeva?
«Non ricordo, intorno ai 50 milioni».

E come è andata a finire?
«Con una violenta litigata. Ci ha restituito tutti i rullini. Almeno così spero. Queste sono purtroppo cose che succedono a chi ha visibilità. So che anche a Vasco Rossi è capitato qualcosa del genere, e pure a Celentano».

A proposito, è tempo di show televisivi per cantanti.
«Io ho paura di essere strumentalizzato perché sono un istintivo e non mi piacciono i copioni. Diciamo che accetterei solo se mi dessero carta bianca, o quasi, come ad Adriano. Altrimenti no. Io, come Grillo, come Vasco, sono a rischio: non siamo bravi ragazzi».

Ma ormai a tutto c’è rimedio. Persino i Dico sembrano fatti per diventare bravi ragazzi.
«Ma io e Francesca siamo un “Dico” di fatto da 14 anni. Però io non potrei fare nessun “Dico” perché non sono divorziato e poi lei non me lo chiede: suo padre e sua mamma, che sono ultrasettantenni, non si sono mai sposati e quindi...».

Lei ha dedicato il suo cd Fly alla sua «big family».
«Siamo appena arrivati da un piccolo show a Marrakech».

È stato l’amor paterno a scatenarla contro Pippo Baudo per l’esclusione di sua figlia Irene dal Festival?
«Quella volta sono stato equivocato da qualcuno. In realtà, mia figlia fa la sua strada: ora esce il cd, poi verrà in tour con me in Italia e in Svizzera».

Zucchero, lei rimarrà sei mesi in giro per il mondo. Inizia a Parigi, poi sarà a Milano, a Verona, nella Valle dei Templi di Agrigento. E le prevendite sono già entusiasmanti.
«Sarà il tour più importante della mia vita. Già adesso raddoppiamo la data in molte città».

Sta a vedere che sul palco si porterà anche qualche ospite.


«Funziona la sorpresa: senza annunciarlo arriverà qualcuno. Magari Jeff Beck o Stevie Winwood o Macy Gray. E anche Amy Winehouse: è bravissima, l’ho cercata anche per Shake ma non poteva. Magari è la volta buona».

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