Genova -Con la morte nel cuore. I 216 km della quarta tappa del Giro d'Italia saranno una lunga sfilata silenziosa dallo scoglio di Quarto (dove partì l'impresa dei Mille di Garibaldi) fino al traguardo di Livorno. Commozione e lacrime in ricordo di Wouter Weylandt, morto ieri nella discesa del Passo del Bocco.
I compagni in lacrime "Oggi non è un giorno per stare da soli, è importante partire per il ciclismo e per la famiglia di Wouter, che ci ha espressamente chiesto di partire questa mattina" ha detto Brian Nygaard, team manager della Leopard Trek, la squadra di Wouter Weylandt. "La famiglia non ha ancora deciso se sarà presente all'arrivo di oggi a Livorno - ha aggiunto Nygaard -. Ieri sono stati con noi e abbiamo condiviso questo momento difficile". Nygaard ha anche ringraziato i mezzi di informazione e l'organizzazione per come la vicenda è stata trattata e gestita.
Campane a lutto Le campane del santuario di Montenero e della chiesa di San Jacopo, a Livorno, suoneranno a lutto oggi, al passaggio dei corridori, durante la quarta tappa del Giro d’Italia che si concluderà a Livorno, in ricordo di Weylandt. La decisione è stata presa dal Comune e dalla Diocesi di Livorno. I rintocchi a lutto verranno dalla campana maggiore del Santuario mariano dedicato alla Madonna delle Grazie di Montenero (patrona della Toscana) e le campane della chiesa di San Jacopo che si trova a fianco dell’Accademia Navale e a poche centinaia di metri dal traguardo della Terrazza Mascagni.
Il riconoscimento Anne Sophie, la moglie di Weylandt, è stata all’obitorio dell’ospedale di Lavagna per il riconoscimento della salma. Insieme a lei anche il padre del giovane ciclista della Leopard, arrivato ieri a Malpensa subito dopo la notizia dell’incidente. In tarda mattinata, invece, il dottor Armando Mannucci, responsabile della medicina legale dell’Ospedale di Lavagna riceverà l’incarico dal sostituto procuratore Francesco Brancaccio per l’esame autoptico.
L'autopsia Weylandt è morto sul colpo e "non ha sofferto". Lo ha detto il medico legale Armando Mannucci al termine dell’autopsia sul corpo del ciclista belga. Secondo gli accertamenti medicolegali, le lesioni riscontrate sul cadavere sono compatibili con la ricostruzione dell’incidente fatta dalla polizia stradale. Secondo il medico, fatale per il corridore è stata la proiezione del corpo sull’asfalto, che ha provocato un trauma cranio-facciale mortale, con lesioni alla base cranica, profonde lesioni viscerali oltre alla frattura di una gamba e lesioni al bacino.
Il medico legale ha disposto gli esami tossicologici di routine inviando i campioni dei tessuti degli organi interni all’istituto di medicina legale di Genova. L’autopsia è durata due ore e mezzo ed è da poco terminata. Sono al lavoro i necrofori che renderanno il corpo ostensibile per la camera ardente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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