RomaUna task force per combattere lutilizzo indebito delle compensazioni di imposte con lobiettivo dichiarato di recuperare allerario un miliardo di euro. Il direttore dellAgenzia delle Entrate, Attilio Befera, è determinato a raggiungere lobiettivo e a portare a compimento un vero e proprio «giro di vite» nei confronti di contribuenti e società che utilizzano le compensazioni come un «bancomat».
«Vogliamo stroncare questo fenomeno», ha detto Befera sottolineando che si combatteranno anche «le frodi più complesse attraverso lanalisi di posizioni ad alto rischio». Le compensazioni, ha aggiunto, «sono uno strumento di civiltà, che ha sempre funzionato bene, ma purtroppo ultimamente ci sono stati alcuni inconvenienti». Il fenomeno, infatti, è in costante crescita perché si è passati dai 23 miliardi del 2004 ai 29 miliardi del 2008 dei quali 17 miliardi relativi allIva. Si tratta di dati incoerenti sia con landamento del ciclo macroeconomico sia con la distribuzione territoriale giacché «in alcune province le compensazioni di crediti Iva sono platealmente sproporzionate rispetto al totale nazionale evidenziando forti fattori di rischio».
Ecco perché è stata messa a punto la task force che ha già prodotto risultati interessanti. In particolare, su 80mila soggetti monitorati sono stati effettuati oltre 8mila controlli con la scoperta di 317 milioni di crediti indebitamente compensati. Lammontare è equamente distribuito tra 150 milioni recuperati con il contrasto allevasione e tra 167 milioni individuati in base alle operazioni antifrode. Queste ultime (234) sono state svolte per il 56% in Lombardia, per l11% nel Lazio, per l8% in Emilia Romagna e per il 6% in Puglia, Veneto e Campania.
Se a questi si aggiungono i 500 casi in stand-by potenzialmente fraudolenti il totale sale a circa 500 milioni di euro. La differenza rispetto al passato è dovuta allazione legislativa del ministro dellEconomia Tremonti che ha introdotto liscrizione straordinaria a ruolo in base alla quale le contestazioni diventano immediatamente esecutive come nei casi di frode. «LAgenzia delle Entrate - ha sottolineato Befera - chiederà al governo di approvare uno strumento normativo per contrastare più efficacemente il fenomeno delle compensazioni indebite, passando dalla semplice repressione allattività di prevenzione».
Un altro particolare non trascurabile è quello delle modalità con le quali si cerca di aggirare la legge. La maggioranza è composta da imprese o cittadini che anziché evadere totalmente eludono dichiarando un credito inesistente. Nelle imprese labour intensive come quelle delledilizia, del facchinaggio e delle pulizie talvolta si ricorre a sistemi più sofisticati. Ad esempio, si subappalta una commessa a unimpresa-fantoccio che avvalendosi di una «cartiera» (una produttrice di fatture false) compensa indebitamente lIva. Lo stesso vale per i consorzi che in alcuni casi fanno da scudo a ditte di questo genere. Così come non sono da trascurare commercialisti e consulenti che «mettono in rete» i loro clienti attraverso un sistema di fatture.
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