Politica

Girotondo Cdl: «Coraggio, Prodi è di passaggio»

Manifestazione davanti alla sede del ministero dell’Economia con An, Lega e Forza Italia. Polemico Cesa (Udc): «Protesta inutile»

Luca Telese

da Roma

Roma, via XX Settembre 90, prime ore del mattino: la scena più bella è la faccia del finanziere di guardia al ministero dell’Economia. Prima vede arrivare una pattuglia di manifestanti, striscioni, megafoni, Chi in gruppo, chi alla spicciolata. Poi vede un pulmino, poi che dal pulmino iniziano a scaricare (per terra) carcasse di computer, proprio davanti al portone. Per un attimo non riesce a capire, resta interdetto: saranno un rifornimento (vero) di merce obsoleta, o una zingarata (falsa) del primo girotondo targato Casa delle libertà? Buona la seconda, anche se in Italia tutto è possibile.
È iniziato così, ieri mattina, il girotondo «di destra» (con annessa polemica interna alla Casa delle libertà, per le proteste dell’Udc). Due, trecento persone mobilitate, un’ora di slogan, presenze dirigenziali di Forza Italia, simboliche della Lega, grandissima preponderanza dei militanti di An con i deputati in prima linea (ma c’era anche uno striscione dei commercialisti). Primo obiettivo: un tentativo di cordonare il palazzo (quasi) riuscito (viste le dimensioni). Seguono slogan a raffica, come quello che ha contrappuntato la mattinata: «Coraggio, coraggio/ Prodi è di passaggio». E poi via a piacere sul bersaglio preferito, il sottosegretario-simbolo del centrosinistra: «Visco ministro? Era meglio lo sceriffo di Nottingham...». Ma anche: «No al Grande fratello fiscale», «Visco vattene», e ritornelli come «Visco-Bersani/per voi non c’è domani» persino cori di «Chi non salta Visco è» (come allo stadio).
Ci sarà il bis? A sentire uno dei promotori, Ignazio La Russa, sì: «È il primo ma non sarà l’ultimo. Continueremo così, nelle piazze e in parlamento, con una azione congiunta, sempre più efficace». Che c’è, tornate al mordi-e-fuggi anni Settanta? (Ride) «Veramente non abbiamo mai smesso. Diciamo che adesso intensificheremo». E i computer? «Un modo plateale per simboleggiare il nostro no alle misure fiscali di Visco». Certo, qulcuno avrebbe preferito una mobilitazione più ampia e organizzata. Anche tra i manifestanti qualcuno era perplesso per una modalità così poco ortodossa, qualcun altro scuoteva il capo: «Ma che facciamo, copiamo la sinistra?».
Sorrideva ieri una delle inventrici dei girotondi morettiani, Marina Astrologo: «Strano. Quando li facevano noi erano un orrore, noto con piacere che adesso li fanno tutti». Ma non ci sta Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera e leader di Azione Giovani: «Ma che dicono? Nanni Moretti è arrivato dopo. Il primo girotondo della storia l’abbiamo fatto noi, nel 1992, davanti a Montecitorio. Solo che allora c’era il Fronte della Gioventù, e ci affibbiarono sulle spalle l’imputazione di attentato agli organi costituzionali dello Stato». Già: allora era contro i parlamentari inquisiti e a sostegno dei giudici di Mani pulite, una biglia volò infrangendo una vetrata, sulle t-shirt dei giovani missini c’era scritto: Arrendetevi! Siete circondati. Anche allora c’era Gianni Alemanno, uno che con il megafono in mano (anche ieri) si trova perfettamente a suo agio, e che si era già calato nel calderone ribollente dei tassisti inferociti al Circo Massimo. E un altro che c’era anche nel 1992 era Teodoro Buontempo, ieri addirittura entusiasta: «Io nelle piazze ci sono cresciuto, mi sono trovato nel mio Dna! Senza piazza la politica è monca, non solo è andata bene, ma bisogna ripetere assolutamente». Ma vallo a dire agli alleati dell’Udc, che ieri si sono scatenati: «La manifestazione di An, Udc e Lega di stamattina è del tutto inutile - ha commentato il segretario del partito, Lorenzo Cesa - è del tutto inutile. È assurdo protestare contro una Finanziaria di cui non si conoscono nemmeno i dettagli». Eppure malgrado le perplessità, i dubbi, le critiche, le perlessità, grande affollamento per la foto-ricordo sotto lo striscione: «Visco, tu ci uccidi/con il fisco».

Mentre lo arrotolano un ragazzo grida: «Questo resta bbono per tutta la legislatura!».

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