Lecco. Egidio Pirovano nelle truffe aveva sangue freddo, ma la vista dei giornalisti gli faceva venire il mal di cuore. Così il suo avvocato prima ha chiesto un processo a porte chiuse e poi, quando si è visto respingere listanza, ha domandato che i giornalisti restassero fuori dallaula. Richiesta accolta dal giudice Laura De Dominicis e polemiche a non finire. E ora lOrdine lombardo dei giornalisti chiede lintervento del Csm per sanzionare il magistrato. Alla fine, nellaula del tribunale di Lecco in cui Pirovano veniva processato, il pubblico è rimasto. I due cronisti che avrebbero voluto assistere alludienza sono stati invece messi alla porta con la scusa che «tanto le notizie sarebbero comunque riusciti a saperle». Così ha detto il giudice. «Ma il processo non è pubblico?», si domanda ora Franco Abruzzo, presidente dellOrdine dei giornalisti investito del caso con una lettera di Angelo Panzeri, a capo della redazione lecchese del Giorno.
Il problema era stato sollevato da Ernesto Galigani, a capo della redazione lecchese del quotidiano La Provincia: «Se un processo è pubblico non cè ragione alcuna per cui il pubblico stesso debba e possa essere allontanato. Diverso il discorso se il giudice, a fronte di una richiesta specifica e sulla base delle norme vigenti, avesse stabilito che quel processo andava celebrato a porte chiuse».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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