Dal giudice i responsabili dell’assalto in Cattolica E in strada va in scena la protesta degli anarchici

Erano solo una cinquantina, ma hanno comunque costretto la polizia a intervenire. Momenti di tensione, ieri pomeriggio, al presidio organizzato fuori dal Palazzo di giustizia, in corso di Porta Vittoria, in occasione del procedimento con rito abbreviato a carico di cinque anarchici del Collettivo autonomo Ringhiera.
Le forze dell’ordine hanno dovuto intervenire con una piccola carica quando i manifestanti hanno bloccato il traffico lungo il corso. Un quarto d’ora di apprensione, dopo il quale la situazione è tornata tranquilla. I manifestanti si sono asserragliati dietro al cordone degli agenti in tenuta anti-sommossa al di là dello spartitraffico stradale, rispetto all’ingresso del Tribunale. Ingresso che per precauzione è stato chiuso al pubblico.
Il procedimento riguarda gli anarchici arrestati a novembre con l’accusa di aver aggredito alcuni studenti della cooperativa Cusl dell’università Statale che avevano preteso il pagamento delle fotocopie di alcuni volantini. Tra gli imputati figura valerio Ferrandi, il 24enne figlio di Mario, ex terrorista del gruppo di estrema sinistra Prima Linea. Ieri era prevista la sentenza del giudice per le udienze preliminari Luigi Varanelli, dopo le discussioni dei difensori. Tutti gli imputati, giovani tra i 20 e i 23 anni, erano presenti in aula. Sentenza, però, rinviata.
Al termine dell’udienza, il giudice, con il parere favorevole del pubblico ministero Carla Vulpio, ha accolto le istanze delle difese revocando anche l’obbligo di firma (tre volte alla settimana) per i cinque anarchici, misura cautelare che era stata disposta dal gup lo scorso 25 febbraio.

Dopo aver ascoltato le discussioni degli avvocati, infine, Varanelli ha rinviato il procedimento alle 14.30 del 22 aprile per emettere la sentenza. A febbraio la Procura aveva chiesto di condannare tre anarchici a 2 anni e 4 mesi di reclusione, e altri due a 2 anni e 2 mesi.

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