Il giudice nega gli arresti domiciliari a Nicoli Cristiani

Resta in carcere Franco Nicoli Cristiani. Ieri, infatti, il giudice per le indagini preliminari di Brescia Cesare Bonamartini ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal legale dell’ormai ex vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, in cella da mercoledì con l’accusa di aver intascato una tangente da 100mila euro per sbloccare l’autorizzazione a realizzare una discarica nella cava di Cappella Cantone, nel Cremonese, di proprietà dell’imprenditore Pierluca Locatelli.
Secondo il giudice, sussiste il rischio di reiterazione del reato, anche in considerazione della rete di conoscenze e contatti - inclusi quelli politici - messa in piedi da Nicoli Cristani nel corso della sua lunga permanenza al Pirellone. Inoltre, a pesare sulla decisione del gip è stata anche la deposizione dello stesso Locatelli, che - interrogato venerdì - non solo ha ammesso di aver pagato la mazzetta, ma ha pure specificato che quei 100mila euro sarebbero stati solo la prima tranche di una tangente pari al doppio.

Ieri, infine, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni ha annunciato che domani parlerà davanti al Consiglio regionale per «chiarire che l’azione mia e della giunta in questi anni è stata sempre un’azione di contrasto alla malavita».

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