da Milano
Se ne andava in Oriente per divertirsi con il malsano quanto diffuso «turismo sessuale». Abbordava bambini e bambine, affamati e bisognosi, li violentava e poi se ne faceva vanto al suo ritorno in patria. Un andirivieni squallido e perverso.
Per fortuna le sue «vacanze» sono ormai un lontano ricordo. È infatti stato rinviato a giudizio dal Gup milanese Paola Belsito, davanti alla IX sezione penale del Tribunale di Milano, Giorgio Sampec, 56enne veronese accusato di violenza sessuale aggravata, induzione alla prostituzione minorile (in particolare di ragazzini di età compresa tra i 14 e i 16 anni), pornografia minorile e atti sessuali con minorenni, tutti reati che avrebbe commesso all'estero. La prima udienza del processo a suo carico si terrà il 5 ottobre prossimo. L'uomo era stato arrestato nel settembre scorso dalla Polizia postale nell'ambito di un'indagine condotta dal pm Gianluca Prisco. Per due mesi all'anno Sampec lavorava come custode in un campeggio sul lago di Garda, ma gli altri dieci mesi li passava tra Thailandia e Cambogia. L'uomo era - secondo gli inquirenti - un esperto nell'adescare i minori, tanto da essere in grado di fornire consigli sul modo migliore per scoprire «i luoghi della prostituzione minorile del posto, i luoghi dove andare per i rapporti sessuali - come si legge nel dispositivo di chiusura delle indagini, - le modalità con le quali adescare minori di 14 anni nei centri commerciali o alle fermate degli autobus».
Tra l'altro, Sampec è accusato di aver costretto alla prostituzione per circa tre mesi consecutivi una ragazzina thailandese di circa 15 anni, convivendo con lei nell'estate del 2004. Ma l'uomo si vantava di avere avuto, tra il 2001 e il 2005, rapporti sessuali con 400-500 ragazzini e ragazzine, che chiamava «Katoi» e «Tatine».
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