Giunta e dirigenti, Bossi vuole tutto Ecco cosa può davvero ottenere

NEGOZIATO La partita si gioca su manager e partecipate. Ieri l’incontro con Formigoni

«Un incontro molto positivo» dice Roberto Formigoni dopo il faccia a faccia con i vertici della Lega incaricati delle trattative per il Pirellone. Il presidente della Regione ha visto il segretario lombardo, Giancarlo Giorgetti, e il vicepresidente della Regione in pectore, Andrea Gibelli, per fare il punto della situazione.
La Lega chiederebbe sei assessori, un sottosegretario e la presidenza del consiglio, ma anche un rafforzamento in campo amministrativo. Nel pacchetto di uomini Luciano Bresciani alla Sanità, Monica Rizzi all’Agricoltura, la delega all’Industria per Gibelli, il probabile approdo in giunta del bergamasco Daniele Belotti. Possibile un ruolo per Renzo Bossi, molto votato. Rimane in pista anche il monzese Massimiliano Romeo. Per la presidenza del consiglio è gettonato Davide Boni. Capogruppo sarebbe Stefano Galli.
Parlano tutti di assessori e giunta ma la vera partita del Pirellone si gioca sui direttori generali e le partecipate della Regione, da Finlombarda a Infrastrutture lombarde a Lombardia informatica, veri motori della Regione. Si profila già uno scontro sui super direttori generali, grand commis dedicati ciascuno a una macro area che gli uomini del governatore meditano di introdurre per limitare i danni dell’avanzata leghista.
L’obiettivo del Carroccio sarebbe infatti portare a casa i direttori generali legati agli assessorati di competenza, cosa che sarebbe una vera e propria rivoluzione rispetto al passato, quando la macchina della Regione era decisa in tutti gli ingranaggi da Formigoni e guidata dal fido Nicola Sanese. Il Pdl non sostiene più di tanto la battaglia, sia perché la Regione è storicamente territorio di azione dell’area ciellina, sia perché la scacchiera è più complicata, in quanto deve tenere conto degli equilibri nazionali e soprattutto del ruolo del Veneto. Se infatti Formigoni non lascia spazio alla lega in Lombardia, è alto il rischio di “rappresaglia” in Veneto, dove i rapporti di forze sono molto più favorevoli al Carroccio.


Gli uomini di Formigoni fanno sapere che il governatore vorrebbe ridimensionare la pattuglia di assessori milanesi, scegliendo solo un nome tra Massimo Buscemi, Stefano Maullu, Alessandro Colucci e Sante Zuffada. Inoltre si pensa per Romano La Russa a un ruolo nell’ufficio di presidenza del consiglio.

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