Giunta Pisapia al via tra risotto e maxischermi Il primo consiglio diventa lo show delle grane

Un altoparlante in piazza Scala e il maxischermo dietro a Palazzo Marino. Persino la risottata arancione (merito della zucca). Ma il debutto della giunta Pisapia trasformato in un evento. Idv già all’attacco: "Tabacci si dimetta da parlamentare"

Giunta Pisapia al via tra risotto e maxischermi  
Il primo consiglio diventa lo show delle grane

Un altoparlante in piazza Scala e il maxischermo in San Fedele, dietro a Palazzo Marino. Diretta via web per consolare chi non potrà dire «io c’ero». Persino la risottata arancione (merito della zucca), gentilmente offerta da un ristorante al popolo di Pisapia richiamato in massa con il tam tam su internet - partito con una settimana d’anticipo - dal sindaco e dai suoi supporter. Obiettivo: creare l’evento intorno alla «Prima» del consiglio comunale con la sinistra in maggioranza dopo diciannove anni di astinenza. Accreditati 150 giornalisti a una seduta che si preannuncia fiume. Inizio alle 16.30, difficile prevedere la fine lavori. In aula anche l’ex sindaco Letizia Moratti che ha promesso di restare 5 anni sui banchi dell’opposizione. Primo punto, l’esame sulla regolarità di tutti i consiglieri eletti: tre del Pd (Pantaleo, Bertolè e Gentili), uno della Lega ( Bastoni) e Giulio Gallera del Pdl avevano vecchi contenziosi ancora aperti col Comune sul risarcimento dei gettoni di presenza nelle zone o a Palazzo, ma per accomodarsi in aula hanno già rinunciato ai ricorsi. Viene ufficializzata la rinuncia di Silvio Berlusconi alla poltrona e l’ingresso di Armando Vagliati che era il primo dei non eletti, idem i sei tra Pd e Sel che subentrano ai consiglieri promossi con un posto da assessore. Fin qui liscia. Dopo il giuramento del sindaco, iniziano le grane. Prima: elezione del presidente del consiglio. Pisapia ha già indicato la preferenza sul capolista di Sinistra x Pisapia Basilio Rizzo, un salto in avanti durante la presentazione della giunta che aveva escluso la federazione della sinistra per blindare il posto a Rizzo ed evitare nuovi scontri con il Pd. Mossa che un pezzo del partito non aveva digerito, ma i consiglieri (al momento) assicurano che non lanceranno segnali dal segreto dell’urna. La capogruppo Pd Carmela Rozza riunirà i capigruppo della coalizione due ore prima del campanello in aula per compattare la squadra ed evitare sorprese. L’elezione avverrà a scrutinio segreto, a maggioranza dei due terzi nelle prime due votazioni e della metà più una dalla terza in avanti. Ma «sulla figura di Rizzo vorremmo ci fosse la massima convergenza» anticipa. In campo c’è anche l’autocandidatura del radicale Marco Cappato. «Ne riconosciamo la legittimità - premette la Rozza - e sono convinta che la lista Bonino-Pannella come le altre rimaste fuori dalla giunta abbiano diritto ad un ruolo di responsabilità». Ma i tentativo è di arrivare compatti alle 16.30 con un solo candidato. Da qui l’ipotesi che ai radicali venga offerta «la presidenza di una commissione di valore politico, l’Antimafia o le Pari opportunità». Su Rizzo il Pd tenterà un accordo anche con la minoranza, anche se con il Pdl che arriverà a nominare il capogruppo giusto all’ultimo secondo, difficile aprire un confronto serio. I consiglieri sono orientati. sulla scheda bianca. Ma non sono escluse azioni di «disturbo» in cabina.


Pisapia presenterà le linee programmatiche, poi microfono aperto ai consiglieri. E l’Italia dei Valori con Raffaele Grassi protesterà per l’esclusione dalla giunta e ribadirà la richiesta di dimissioni dal Parlamento all’assessore al Bilancio Bruno Tabacci. E il centrodestra non starà a guardare.

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