Roma

Giunta, quante variabili per la «squadra» di Renata

A caldo aveva detto: «Non farò come Marrazzo, la mia giunta nascerà presto». Poi, dopo qualche giorno, la frenata: «La giunta è una cosa seria che ci impone di non fare scelte affrettate». Renata Polverini ha capito che l’impresa non è delle più facili e ha messo via l’entusiasmo della novizia. Tra i dati per risolvere l’equazione: la necessità di «pesare» le varie componenti della coalizione che l’ha portata alla vittoria, premiando (ma non troppo) Udc e La Destra; risarcire il Pdl escluso a Roma, che ha consentito con l’impegno dei candidati cancellati il travaso quasi integrale dei voti alla sua lista civica, che a sua volta dopo il pieno di consiglieri dovrà ridimensionare le mire di governo; fare la conta dei nuovi equilibri di forza della maggioranza che, come fa notare «Notapolitica.it», vede il gruppo Rampelli-Meloni con 7-9 consiglieri, gli alemanniani con 5, gli augelliani con 3, e poi Antonio Tajani, Alfredo Pallone e Gianni Sammarco con due uomini a testa; riconoscere l’importanza delle province (Latina in primis e poi Frosinone, Rieti e Viterbo) fondamentali per ribaltare il voto sfavorevole a Roma; dare una mano di «rosa», compensando lo scarso numero di consigliere elette (12).
Un groviglio di variabili da immettere nel cervellone che partorirà la squadra di governo. Sedici gli assessorati da assegnare, se non ci saranno accorpamenti o novità; in più i ruoli di presidente del consiglio regionale e del suo vice. Circa diciotto poltrone per le quali il rapporto di forza dovrebbe essere: 12 al Pdl (tra ex-Forza Italia ed ex-An), due all’Udc, uno o due alla Destra e due o tre al listino Polverini. Difficile che entri in giunta Vittorio Sgarbi, dato come assessore alla Cultura in pectore. «Per lui sarà valutato il risultato elettorale che parla chiaro», taglia corto il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro.
I nomi? Nel Pdl probabilmente saranno premiati in area Forza Italia Massimiliano Maselli (in predicato per la Sanità per il dopo-commissariamento), Donato Robilotta (Bilancio?), Fabio Armeni, Giuseppe De Lillo. In rappresentanza delle province ecco mister preferenza Claudio Fazzone (Latina), Francesco Battistoni (Viterbo) e Mario Abbruzzese (Frosinone). Tra gli «aennini» dovrebbero andare a colpo sicuro Luca Malcotti, Bruno Prestagiovanni e Pietro Di Paolo, mentre gli altri nomi «caldi» sono quelli di Francesco Lollobrigida, di Tommaso Luzzi e dei «provinciali» Antonio Cicchetti (Rieti) e Franco Fiorito (Frosinone), reduci da un «pieno» di voti. Nell’Udc dovrebbe avere un assessorato il segretario regionale Luciano Ciocchetti, mentre per l’altra poltrona «prenotata» si fanno i nomi di Aldo Forte, Raffaele D’Ambrosio e Pietro Sbardella. La Destra dovrebbe «piazzare» Teodoro Buontempo, con Francesco Storace possibile presidente del consiglio regionale. E in quota-Polverini sono in rampa di lancio Francesco Saponaro, Isabella Rauti, Mariella Zezza e Olimpia Tarzia.

E chi resterà fuori? Potrà sempre sperare in un «ripescaggio» al Campidoglio per il quale c’è aria di rimpasto dopo il «sì» al decreto su Roma Capitale.

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