L’attuale certezza della Lega riguarda la Sanità. A fare l’assessore rimarrà Luciano Bresciani, che Umberto Bossi aveva rassicurato già molto tempo prima delle elezioni. E così il Carroccio incassa la competenza più importante della Regione, sia in Veneto che in Lombardia. È assai probabile che direttore generale resti Carlo Lucchina, perché l’accoppiata è già sperimentata e fa parte degli accordi preelettorali.
C’è poi il caso Renzo Bossi. La sua candidatura non ha generato entusiasmi nel Carroccio e così l’orientamento del partito sarebbe di rinviare l’ingresso in giunta a un momento futuro, magari al primo rimpasto disponibile. Sembrano certi l’Agricoltura per Monica Rizzi e l’Industria per il numero due della Regione, Andrea Gibelli. È probabile che rimarrà in mano al carroccio anche la delega su Casa e Territorio.
In Veneto la giunta è stata già annunciata e ciò ha scatenato una mini polemica sulle presunte lentezze lombarde. Roberto Formigoni, attraverso il capogruppo in pectore, Paolo Velentini, fa sapere che la protesta non tiene conto del calendario regionale: «La legge dice inequivocabilmente che per fare la giunta bisogna attendere la proclamazione degli eletti e solo successivamente si può procedere a nominare gli assessori e ad assegnare le deleghe, entro il termine ordinatorio di 10 giorni».
Tradotto dal burocratese, vuol dire la giunta sarà pronta entro fine mese o al massimo per i primissimi giorni di maggio. I dieci giorni scattano dalla proclamazione del presidente del listino, attesa tra il 16 e il 20 aprile ad opera della Corte d’Appello. Poi scatta la proclamazione dei consiglieri eletti nelle varie provincie, che sarà sancita dai diversi tribunali. A questo punto entro trenta giorni dovrà riunirsi il consiglio regionale.
Tutti danno per certo che il capogruppo del Pdl sarà Paolo Valentini, già sperimentato nella scorsa legislatura. L’incarico è delicato perché si tratta di coordinare il lavoro di ventinove consiglieri regionali evitando defezioni e imboscate. Al vertice dei partiti con Roberto Formigoni, il governatore non ha ancora pienamente svelato le carte, anche se ripete di voler valorizzare i più votati, che sono quasi tutti uomini vicini alla sua area.
Resta la suspense su quali saranno gli assessori. Si parla di escludere, almeno in via generale, coloro che hanno collezionato tre mandati e Formigoni tiene alta la tensione anche sul fatto che intende cambiare le facce e riassettare le deleghe.
In discussione sono i nuovi accorpamenti di deleghe.
La giunta regionale non c’è ancora, ma la Lega si è già presa la Sanità
Trattative ancora aperte sulla squadra ma si sciolgono i primi nodi Bresciani resta assessore. E Renzo Bossi forse entra al prossimo giro
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