Enza Cusmai
Anche tra gli addetti ai lavori la decisione dei tribunale di Genova di restituire la piccola Maria allorfanotrofio dove la ragazzina è stata vittima di violenze ha suscitato stupore e indignazione. Persino il presidente del tribunale dei minori di Milano ne è sorpresa: «Non voglio entrare nel merito della vicenda ma le regole generali vanno in unaltra direzione». Livia Pomodoro spiega: «Nel caso in cui risulti accertato che il minore ha subito una violenza e dunque un danno psico-fisico è impensabile rinviarlo al Paese dorigine. Il compito del Paese che lo ospita è tutelare innanzitutto la sua integrità». Dunque, secondo il buon senso e anche secondo le norme che tutelano i diritti del minori, Maria non dovrebbe essere rimpatriata. Almeno per il momento. Anche Fabio Roia, giudice esperto in reati di abuso sui minori e ora membro del Csm, si schiera dalla parte dei bambini. Ma in questo delicato caso ammette che Maria deve proprio fare le valigie e ritornare a Chernobyl. Ma lItalia non può lavarsene le mani. Spiega Roia: «È un caso delicato: Maria va riconsegnata nelle mani delle autorità russe solo a precise condizioni. Innanzitutto lItalia deve assicurarsi che verranno effettuati precisi accertamenti sullorfanotrofio incriminato; inoltre la bambina non devessere assolutamente ricollocata nella struttura dove ha subito violenze. Giuridicamente, è la strada da seguire. LItalia può anche fare da supervisore in questa vicenda attraverso lufficio centrale di giustizia minorile che può effettuare indagini sul luogo in cui si sono verificate le violenze e seguire il percorso della bambina nella sua nuova sistemazione».
Roia mostra comprensione per i genitori affidatari di Maria: «In astratto la coppia potrebbe dover rispondere di sottrazione di minore inferiore a 14 anni, ma solo se ci fosse una querela di parte». Non solo. La coppia genovese non rischierebbe conseguenze penali comunque.
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