Ancora lui, Max Giusti. Caustico, ma col sorriso: «La politica di Veltroni e DAlema? Ridicola. La sinistra è spezzata: qualcuno arringa i girotondi di luglio, altri si preparano a scendere in piazza con la vendemmia: ma questi signori lo sanno che la Rivoluzione dOttobre è già stata fatta?». Si affaccia dai cartelloni pubblicitari a braccia conserte, Giusti, come certi santini elettorali, pronto a lanciare frecciate a tutti, ma con stile. Sempre disposto a «metterci la faccia», cioè ad assumersi la paternità di ciò che dice contro la classe politica in caduta libera sia a destra che a sinistra. Lattore romano, maestro dellimitazione, stasera salirà sul palco dello stadio della Pallacorda. Qualcosa riciclerà dai copioni degli ultimi spettacoli ma il pezzo forte sarà lanalisi della situazione politica italiana aggiornata alle ultime settimane. La scudisciante serata di cabaret, alternata ad amarcord legati allombra del Cupolone, sarà condita da gustosi momenti musicali (una band di 10 elementi supporterà l'attore con musica anni 80) con esilaranti incursioni nella galleria di imitazioni: dal patron della Lazio Lotito, allimmobiliarista Stefano Ricucci fino al redivivo Clemente Mastella. Ma soprattutto ci sarà Roma. Seguendo il filo del discorso iniziato nellultimo show, Giusti fa il punto della situazione.
Nello spettacolo si parlerà di Roma trentanni fa, quando il problema dellintegrazione razziale non cera e i bambini andavano a scuola lindi e pinti, col fiocco del grembiule bello stirato. «La proposta del ministro Gelmini di rendere obbligatorio il grembiule alle medie è una cavolata, con tutti i problemi che affliggono la scuola e gli studenti».
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